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Marco Botti

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Marco Botti Aretino di nascita e per vocazione. Dal 2004 sono giornalista culturale, nonché addetto stampa e curatore di mostre ed eventi. Arte, musica, storia della mia città sono il pane quotidiano. Credo nella natura divina dei Beatles.

Maria Maddalena, il capolavoro riscoperto

Da opera minore, defilata in prossimità della sagrestia e per anni seminascosta dall’ingombrante cenotafio in memoria di Guido Tarlati,a mirabile compendio di femminilità, realismo e naturalezza. L’affresco, custodito all’interno del Duomo di Arezzo, ha trovato il giusto riconoscimento artistico solo negli ultimi decenni, dopo diversi restauri. Oggi è considerato uno degli esempi più fulgidi del genio pierfrancescano

Il Piero perduto, opere di Piero della Francesca all’estero

Le opere che avevamo e che non ci sono più, esposte all’estero o finite nelle case dei collezionisti. Ecco alcuni dei capolavori che impreziosiscono le gallerie d'arte di tutto il mondo

Casa Vasari – Uno scrigno d’arte nel cuore della città

Dal contratto d'acquisto del 1541 ai giorni nostri: storia, dettagli e retroscena di un luogo che l'architetto, pittore e storiografo aretino amava moltissimo. Camere, corridoi e pareti consentono di fare un viaggio a ritroso nel '500, con il preziosissimo archivio vincolato alla dimora con un decreto ministeriale. Un posto che trasuda storia e che lascia a bocca aperta

Storia di una devozione

1796, con la città terremotata nasce il culto per la Madonna del Conforto

Il Santuario di Santa Maria delle Grazie

Un capolavoro di leggerezza ed eleganza, uno scrigno di tesori e armonia appena fuori dalle mura della città. Il santuario, tanto caro agli aretini, è lo scenario perfetto di incantevoli matrimoni. La struttura, adesso gestita dai padri carmelitani, ha alle spalle una storia millenaria che inizia in epoca etrusca, quando il luogo era frequentato per il culto delle acque salutari

Il pozzo di Tofano

La storia narra di un ricco aretino di nome Tofano, al quale fu data in moglie la bella Ghita. Lei, scontenta del compagno geloso e ubriacone, lo tradì. e l’uomo, sospettando l’infedeltà, la chiuse fuori di casa. Ma con astuzia e un astuto stratagemma, ghita fece in modo di rendere Tofano “cornuto e mazziato”

L’anfiteatro romano

Nel cuore di Arezzo si nasconde l'opera più rappresentativa del periodo romano: l'anfiteatro. con un'arena di poco inferiore a quella del colosseo, un tempo ospitava circa tredicimila persone a sedere che accorrevano per assistere ai ludi gladiatori. adiacente alla struttura, oggi si trova il museo archeologico gaio cilnio mecenate

La hermana y la herida

Nei giardini del Praticino c'è una scultura che racconta l’incontro dell'artista Abel Vallmitjana con Pablo Neruda e altri mostri sacri della letteratura mondiale

L’acquedotto Vasariano

Una infrastruttura fascinosa realizzata tra il Cinquecento e il Seicento, mirabile opera di ingegneria idraulica. Nella zona nord est di Arezzo, dove via Gamurrini si incrocia con via Tarlati, una serie di arcate recentemente sottoposte a restauro catturano l’attenzione. E a breve sarà inaugurato il percorso pedonale con un sistema di illuminazione notturna.

Il lebbrosario di San Lazzaro

Un possente edificio lungo via Romana che nella seconda metà del Duecento era la struttura meglio attrezzata per accogliere i malati del territorio. Nel corso del tempo fu trasformato in centro per la lavorazione e il commercio di cereali, attività portata avanti per più generazioni dalla famiglia Gudini fino a pochi decenni fa