Più che un punto vendita, ad Arezzo c’è un laboratorio di idee, dove le composizioni floreali prendono forma grazie all’esperienza di Francesco Guidelli, da oltre trent’anni nel settore. “Questo lavoro è una passione che ho scoperto piano piano e che oggi mi rende felice. Guardo avanti senza pormi limiti, con fiducia e con una famiglia che mi aiuta ogni giorno”

Il negozio non ha un nome qualunque. Si chiama l’Officina dei fiori e rende benissimo l’idea. Più che un punto vendita è un laboratorio di idee, dove le composizioni floreali prendono forma a seconda dei desideri della clientela ma soprattutto grazie all’esperienza di Francesco Guidelli, 47 anni, che a questo settore di commercio ha dedicato tutta la sua vita.
“Ho cominciato nel 1991 da dipendente, poi mi sono messo in proprio – ha raccontato. Ricordo che a un certo punto ero di fronte a un bivio: buttarmi su un’attività diversa o restare in quest’ambito. Ho scelto la seconda opzione e non me ne sono mai pentito. Il primo dicembre 2016 ho aperto in via Crispi, dove sono ancora adesso. I fiori sono sempre stati la mia passione, anche se l’ho scoperta piano piano. Quando andavo a scuola, ogni volta che si festeggiava l’8 marzo mi presentavo in classe con una mimosa per tutte le mie compagne. Oggi ho affinato le mie competenze, com’è normale che sia. Senza conoscenza della materia, non si va lontano”.
L’Officina vende e consegna fiori e piante da arredamento, da esterno, da terrazzo. Inoltre realizza allestimenti floreali per eventi e cerimonie con la massima cura dei dettagli. Compleanni, cerimonie, feste private: per ogni occasione può essere preparata una decorazione originale, elegante e personalizzata, alla costante ricerca di nuove tendenze del gusto nel campo del floreal design.
“Abbiamo addobbato abitazioni, ristoranti, ville, castelli. Il nostro punto di forza è la qualità e la cortesia. Da noi i clienti si sentono a proprio agio e per quanto mi riguarda è il complimento più bello: sull’affabilità ho sempre puntato, è una qualità che mi riconosco. Con me lavora una commessa, Michela, poi ci sono vari collaboratori per gli eventi. A volte gli allestimenti richiedono anche una decina di persone per preparare tutto nei dettagli. Un episodio che mi è rimasto impresso? Nel 2019 dovevamo preparare un matrimonio appena fuori Arezzo, verso la Valdichiana. Venne giù un autentico nubrifagio, tant’è che molti eventi in zona furono annullati. Ma il nostro no, gli sposi ci chiesero di fare il possibile per confermare il programma. Rischiammo di finire fuori strada per la pioggia che cadeva ma alla fine arrivammo a destinazione con i furgoni. Andò tutto bene e io ancora ricordo quei momenti, mi sono preso lo spavento più grosso della mia vita”.
Oltre al rapporto umano con i clienti, l’Officina punta sulla comunicazione online. Senza esagerare ma senza nemmeno trascurare l’opportunità di una vetrina aperta 24 ore su 24. Il sito internet, la pagina Facebook, il profilo Instagram garantiscono visibilità e contatti, che poi si traducono in opportunità di lavoro.
“Io sono nato e cresciuto ad Arezzo, anche se ho avuto modo di conoscere varie realtà. Vivere qua mi piace, ne vado orgoglioso. Dirò di più: ho investito sul territorio perché lo ritenevo un dovere. Penso che seminare sia sempre utile, prima o poi ti consente di raccogliere. Ho collaborato con la città del Natale fin dal primo anno, per esempio: credo sia stata una svolta positiva per Arezzo e per la sua immagine, sia in Italia che all’estero. Se ho pensato di trasferirmi altrove? In alcuni momenti sì, ma è una riflessione durata pochissimo. Provo gratitudine nei confronti degli aretini, come tutti quelli che operano nel commercio so che le fortune lavorative dipendono da te, da come ti poni, e anche dalla gente. E poi non dimentico che quando ho avviato l’attività, l’ho fatto perché tutte le tessere del puzzle erano incastrate nel modo giusto. Se mi spostassi in un’altra città, sarebbe lo stesso? Secondo me, no”.
E il futuro quali scenari potrebbe aprire? Francesco ha le idee chiare: “Il mio obiettivo è guardare avanti sempre, senza pormi limiti. Dal 2016 a oggi gli affari sono stati in crescita costante, ne vado fiero perché far quadrare orari, conti e tutto il resto non è semplice. Un grazie lo spendo per la mia famiglia, per mia moglie Michela e i miei figli Costanza, 17 anni, Pietro, 15, e Vittorio, 8. Senza il loro aiuto non sarei qui oggi. E questa intervista non l’avrei potuta fare”.