Manifestazioni di altissimo profilo tecnico, un indotto sempre più importante per il turismo della zona, una crescita consolidata grazie a una riconosciuta professionalità. Il direttore Riccardo Boricchi racconta segreti e punti di forza di una struttura d’elite nell’equitazione mondiale che si trova alle porte di Arezzo: “Questo mondo è da sempre la mia vita, qui dentro c’è tutta l’esperienza che ho costruito negli anni. Un sogno? Creare in quest’area una grande polisportiva”

Il Toscana Tour 2023, concluso a metà aprile, ha portato ad Arezzo migliaia di cavalli e i migliori riders del mondo, confermandosi una delle gare più prestigiose sul palcoscenico internazionale. Qualità tecnica altissima dentro le arene, servizi di accoglienza di primo livello fuori: la manifestazione è un fiore all’occhiello che la città intera può esibire grazie ad Equestrian Centre, una struttura al top in Italia e in Europa.
Il direttore Riccardo Boricchi è il deus ex machina dell’organizzazione, il regista dietro le quinte, il professionista che ci mette competenza, relazioni, contatti. E’ in sella del 2010: quell’anno rilevò la gestione del centro dalla contessa Ita Marzotto, accettando una sfida che sta vincendo al di là delle previsioni.
L’Equestrian è diventato un punto di riferimento per l’equitazione mondiale. Si aspettava una crescita del genere? Oppure è una sorpresa anche per lei?
Io ci ho sempre creduto, influenzato dalla mia passione per questo mondo. Sapevo che c’erano margini di crescita e possibilità di sviluppo, quindi sono contento anche se abbiamo ancora del lavoro da fare.
Per esempio?
Sembra un paradosso ma siamo più conosciuti in giro per l’Italia e all’estero che ad Arezzo. Eppure ci troviamo a due passi dalla città.
Come se lo spiega?
Quello dei cavalli è percepito come un ambiente elitario, esclusivo, costoso. In realtà è vero solo in parte e la nostra comunicazione, nei prossimi mesi, sarà dedicata anche a sfatare i luoghi comuni. Preferisco mettere in evidenza la bellezza della nostra area verde e l’opportunità di fare uno sport sano, pulito. Il centro è a disposizione di tutti: durante le gare, chiunque può venire qua e godere della nostra ospitalità.
Arezzo è ancora il posto giusto per l’Equestrian Centre?
Più di prima. La città ha una tradizione consolidata in questo settore, ha il cavallo nello stemma, può vantare una manifestazione di grande richiamo come la Giostra del Saracino. E poi Arezzo ha una collocazione geografica felice, in una regione amata come la Toscana. Si mangia e si beve bene. E’ un valore aggiunto, credetemi.
Mai pensato di emigrare altrove?
Mai, assolutamente. Negli anni siamo riusciti a consolidare il rapporto con le istituzioni locali e le associazioni di categoria, trovando una linea comune da seguire. Il dieci per cento del turismo aretino lo portiamo noi, oltretutto in periodi di bassa stagione. Molti amici ristoratori mi dicono che le migliori bottiglie le aprono durante i nostri eventi. Mi fa molto piacere.

“Il dieci per cento del turismo aretino lo portiamo noi. Molti amici ristoratori mi dicono che le migliori bottiglie le aprono durante i nostri eventi”

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Che ad Arezzo si possa fare sport d’élite è una bella notizia.
Il settentrione viene visto come la zona più invitante d’Italia perché è la più ricca. Ma garantisco che la ricchezza dell’Equestrian è anche la location. Ed è una carta vincente.
A lei piace la Giostra?
Io sono un amante dei cavalli, non potrei non apprezzarla. Le bandiere dei quattro quartieri sventolano nel nostro maneggio coperto e il trofeo del master Città di Arezzo, che si svolge a dicembre, è una riproduzione in miniatura della lancia d’oro. L’atmosfera del Saracino, così come quella del Palio di Siena, è inebriante. Una volta che l’hai respirata, ti resta dentro.
Quand’è sbocciato il suo amore per i cavalli?
Da bambino. Mio padre Francesco è un allevatore di cavalli da trotto. Ne aveva e ne ha di fortissimi, tra i più bravi d’Italia. In realtà avrei potuto dedicarmi all’azienda di famiglia nel settore della moda, insieme a mio fratello Paolo e mia sorella Elisabetta. Per un po’ ci ho provato ma poi la passione mi ha spinto da quest’altra parte. Sono stato un cavaliere, ho avviato un centro ippico a Bettolle nel 2002, facevo anche commercio di cavalli. E nel 2010 sono arrivato all’Equestrian.
Più aretino o più senese?
Sono nato ad Arezzo, ho studiato a Foiano della Chiana, ho lavorato a Bettolle e vivo a Sinalunga. Ho sempre camminato lungo il confine, diciamo così. Però per tradizioni personali e parlata mi sento più legato ad Arezzo.
Cos’ ha di speciale il cavallo?
E’ un animale che ti affascina e ti conquista, trasmette sensazioni difficili da spiegare a parole. E nello sport consente di gareggiare fino a tarda età: ci sono campioni affermati che a 70 anni sono ancora sulla breccia. Il francese Michel Robert per esempio ne ha 74. Lui ha smesso di mangiare carne per creare un rapporto ancora più simbiotico con il cavallo.
Cosa la rende orgoglioso dell’Equestrian Centre?
Le nostre arene sono all’avanguardia e nel corso del tempo abbiamo messo in piedi un’escalation di eventi di alta qualità. Nel 2023, oltre al Toscana Tour, ospiteremo il Pony Master e le finali continentali di dressage. In Italia e in Europa siamo un’eccellenza riconosciuta.
C’è un aneddoto, un ricordo particolare che le è rimasto impresso e le va di raccontare?
Nel 2015 riportammo ad Arezzo il concorso ippico intitolato a Luciano Pavarotti, alla presenza della moglie Nicoletta Mantovani. Venne organizzata una cena di gala all’interno dell’arena, dove era sistemato un pianoforte a coda e dove si esibirono due tenori della scuola di Pavarotti. Fu un salto di qualità eccezionale per noi.
Quanto c’è di suo nella crescita del centro?
C’è tutta l’esperienza che ho costruito nella mia vita. Gareggiavo negli ostacoli, oggi sono un fornitore, conosco entrambi i lati della medaglia. E so che la cordialità, il sorriso, la disponibilità sono requisiti fondamentali. In questo ambiente si cimentano famiglie di rango come i Grimaldi, i Carraro, i Riffeser. Dietro le gare c’è una rete di relazioni interpersonali molto importanti che ormai fanno parte del mio bagaglio e che mi hanno spalancato altre porte. Sono il gestore dell’Horses Riviera Resort di Cattolica, vicino Rimini, che opera in sinergia con l’Equestrian. E ho l’onore di ricoprire il ruolo di show director del Jumping Verona Fieracavalli, tappa italiana di Coppa del Mondo. Parliamo del top dell’equitazione, un appuntamento indoor che si conferma ogni anno come il più atteso nel calendario nazionale e internazionale, richiamando i migliori binomi del mondo. Ne sono molto orgoglioso.

“Sono il gestore dell’Horses Riviera Resort di Cattolica. E ho l’onore di ricoprire il ruolo di show director del Jumping Verona Fieracavalli, tappa italiana di Coppa del Mondo.”

Riccardo Boricchi con la moglie Giulia e i figli Vittoria, Camilla e Francesco

Un po’ di tempo per la famiglia le resta?
Meno di quanto vorrei dedicarle, come capita a molti oggi. Sono sposato con Giulia, ho tre figli: Vittoria ha 15 anni, Camilla 12, Francesco 6. La mattina esco di casa alle 7, li porto a scuola a Bettolle, vengo ad Arezzo, ci rimango fino a sera. Altrimenti, e capita spesso, sono in viaggio per lavoro.
Ha un obiettivo da raggiungere a cui tiene più di tutto il resto?
E’ un desiderio che coltivo da un po’: vorrei ingrandire l’Equestrian, trasformarlo in una grande area verde dove si possano praticare più discipline. Qua intorno ci sono 12 ettari di terra destinati all’utilizzo sportivo per i quali è già prevista una nuova viabilità. Servono un progetto complessivo, volontà politica e investitori. Questa zona potrebbe diventare un gioiello di caratura internazionale. A due passi da Arezzo.

“Vorrei ingrandire l’Equestrian, trasformarlo in una grande area verde dove si possano praticare più discipline”

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Equestrian Centre – 32 ettari di terreno dedicati all’equitazione

L’Equestrian Centre sorge alle porte di Arezzo, in località San Zeno. La struttura è dislocata su 32 ettari di terreno, con 118mila metri quadrati di superficie dedicati all’equitazione.
All’interno del centro sono attive quattro arene: Boccaccio (campo gara; tipo outdoor; fondo erba); Dante (campo gara; tipo outdoor; fondo sabbia silicea); Petrarca (campo gara / campo prova Toscana Tour; tipo outdoor; fondo sabbia silicea); Vasari (campo gara; tipo outdoor; fondo sabbia silicea).
Ci sono poi il Campo Rosa, la Indoor Arena e la Cross Country Arena. Completano il centro 400 box fissi per cavalli e 600 mobili per le competizioni internazionali.
L’area vip di Arezzo Equestrian Centre è il luogo in cui si fondono ospitalità, eventi e business. La tensostruttura posta tra l’Arena Boccaccio e l’Arena Dante è una vetrina dove cavalieri, ospiti, sponsor e celebrità possono assistere alle gare più importanti del circuito internazionale equestre, coccolati da un servizio di ristorazione e accoglienza di prima qualità.
I tavoli posti di fronte alle grandi vetrate offrono una visuale mozzafiato, dove non mancano incontri di lavoro o semplici momenti di svago.
L’area vip è anche palcoscenico di sano divertimento, dove si organizzano serate in musica e feste esclusive per i cavalieri in gara. Ma non solo: qui si svolgono conferenze, convegni, meeting e cene di gala a scopo benefico.
Da queste sale sono passati i più grandi cavalieri internazionali e noti personaggi del jet set mondiale come Athina Onassis, i membri della famiglia Rotschild, Alexander Onishenko, la principessa Lama Bint Turki Al Saud, il conte Gianluigi Borghini Baldovinetti, Salvatore Ferragamo o campioni dello sport come Paolo Rossi, Hernan Crespo, Diego Fuser e Yuri Chechi.