Giuseppe Misuri da bambino smontava le radio, metteva le mani dentro i circuiti e sognava di collegarsi con gli alieni. Oggi la radio la fa. Con Astranet è l’editore dell’unica emittente di Arezzo: ogni giorno ospita giornalisti, politici, imprenditori, sportivi, artisti, semplici cittadini che hanno qualcosa da raccontare. Tutto rigorosamente live. Ecco com’è riuscito, con l’aiuto della moglie Rossella, a trasformarsi da ingegnoso manutentore a creatore di contenuti

Da ragazzino smontava le radio per vedere cosa c’era dentro. Oggi la radio la fa ed è l’unico ad Arezzo a trasmettere in FM. Giuseppe Misuri potremmo definirlo un predestinato, se non fosse che fino a pochi anni addietro si occupava di manutenzione, di cavi da smontare e rimontare, di riparazione guasti. Il filo conduttore della sua vita è stata la passione che lo ha guidato fin dall’adolescenza, quando metteva le mani dentro i circuiti e sognava di collegarsi con gli alieni. Poi è arrivato il baracchino e l’ingresso nella grande famiglia dei radioamatori. E infine, dal primo gennaio 2017, l’avventura da editore. Se la città ha ancora un’emittente che diffonde contenuti nell’etere, è merito suo: con Radio Fly ha dato una svolta alla sua vita e a quella di tanti collaboratori che si mettono davanti al microfono e producono informazione, intrattenimento, musica, emozioni. E il pubblico, lo dicono i contatti, gradisce.

“Avevo dieci anni, in casa c’era una di quelle radio di una volta: io la aprivo, la osservavo, mi piaceva scrutare tutte quelle valvole. Peccato però che fosse di mia sorella, che non gradiva. Allora arrivava mia madre e giù botte”. Giuseppe racconta ed è come se parlasse di episodi successi il giorno prima.

“Abitavo a Rigutino, ancora ricordo un certo signor Cardeti che veniva ad aggiustare il televisore, quando andava in panne. Per me era una star: si presentava con una valigia piena di attrezzi, di pezzi di ricambio. Restavo incantato a guardarli e decisi di farmi un mio piccolo laboratorio. Sono stato un autodidatta, folgorato da un walkie talkie che mi regalarono. Mi misi giù d’impegno e creai una rete artigianale che consentiva a me e ai miei amici di parlare fino alla periferia del paese. Credo che tutto sia cominciato da lì”.

Di strada ne è stata percorsa molta prima di arrivare al 98.5 (Arezzo e Valdichiana) e al 106.1 (Casentino) che sono le frequenze FM di Radio Fly oggi, cifre di un progetto editoriale articolato e ambizioso. Il palinsesto offerto agli ascoltatori nasce dalla lucida follia di un imprenditore che ha deciso di investire nella comunicazione quando molti, quasi tutti, ne fuggono per timore dei costi elevati e dei guadagni ridotti al minimo.

“Un giorno Mauro Valenti, patron di Arezzo Wave e proprietario di Radio Wave, decise di chiudere e mise in vendita concessione e frequenze. Era la fine del 2016. Ma prima di arrivare a questo snodo, c’è un prologo da raccontare. Frequento l’istituto elettrotecnico di Bibbiena, mi diplomo, faccio il militare nelle trasmissioni. Nel 1991 apro l’azienda: si chiama Astra elettronica, settore riparazioni e manutenzione. Il mio hobby diventa un lavoro e la cosa buffa sai qual è? La radio non l’ascoltavo praticamente mai. Però andavo a tenere corsi agli studenti dell’istituto professionale in Valdarno: un giorno montai le antenne per una lezione e gli abitanti, allarmati per quelle strane apparecchiature, chiamarono i vigili. A momenti ci arrestano…”.

Con gli anni duemila e le nuove tecnologie, scocca la scintilla. “Ho sentito il bisogno di mettere su una struttura mia, che non operasse solo su commissione: ormai ero un esperto di sistemi integrati di telecomunicazione, ponti radio, video sorveglianza, interconnessione larga banda. Astranet è nata così, con una gestione che mi piace definire artigianale. Per me è come un quarto figlio”.

Il discorso scivola sulla famiglia. Rossella non è semplicemente una moglie amorevole ma una chiave di volta. Da responsabile dell’ufficio amministrazione a ispiratrice di un profondo cambio di rotta, il passo è stato lungo appena due parole: “perché no?”.

E qui torniamo a Mauro Valenti che vuole chiudere baracca. La trattativa di cessione salta e Giuseppe Misuri si fa avanti: “perché la radio non la dai a me?”. Prima aveva avuto l’ok di Rossella, che a ripensarci oggi ci scherza sopra ma non troppo: “C’è stata una punta d’incoscienza, non sapevamo come sarebbe andata. Per molti versi fu un salto nel buio, bisognava allestire gli studi, trovare le strumentazioni, curare la programmazione. Siamo andati onair a capodanno del 2017 e l’ansia era fortissima. Ma adesso non abbiamo rimpianti”.

“Quando sentii mia moglie convinta più di me, mi si accese la lampadina” confessa Giuseppe “anche se il cambio ruolo mi spaventava. Eravamo stati sempre dietro le quinte, avevamo gestito la parte tecnica e in poche settimane dovevamo organizzarci per produrre contenuti, acquisendo una coscienza giornalistica che ci permettesse di lavorare secondo etica e deontologia. Abbiamo studiato e anche in questo frangente mi ha aiutato la passione: la radio non è un computer che manda in onda una playlist preimpostata. E’ aggiornamento in diretta, è spontaneità live, è condivisione sui social. Alla nostra consolle si alternano deejay, giornalisti, ospiti: è bellissimo ascoltare qualcuno, in radio le parole contano ancora e la gente presta attenzione. Sono sempre più convinto che il fascino di un mixer, una cuffia e un microfono non passerà mai di moda. Per questo dico che dopo Alessio, Francesco e Ilaria, con mia moglie abbiamo un quarto figlio. Astranet e Radio Fly sono pezzi di cuore”.

Giuseppe da undici anni è presidente nazionale del centro italiano sperimentazione e attività radiantistiche (Cisar) e al petto porta con orgoglio la medaglia del collegamento wifi più lungo del mondo, stabilito nel 2007: oltre trecento chilometri di connessione wireless tra Monte Amiata e Sardegna. Fu la prima volta che accadde. A uno così ingegnoso, non poteva fare paura trasmettere canzoni, notiziari, dibattiti, approfondimenti, anche se Arezzo sembrava un terreno poco fertile.

“Era assurdo che in un comune come questo non ci fosse un’emittente. Le difficoltà non mancano ma ce la stiamo cavando bene: tra Astranet e Radio Fly diamo lavoro a sedici persone, più una serie di collaboratori che ci onorano del loro entusiasmo. Nei nostri studi portiamo i rappresentanti della città: politici, imprenditori, sportivi, artisti, semplici cittadini che hanno qualcosa da raccontare. Abbiamo un palinsesto variegato che aggiorniamo costantemente e da un anno e mezzo abbiamo toccato con mano la ricchezza che offrono le radio locali. Arezzo ha tante risorse ma tende a tenerle nascoste. Dobbiamo invertire questo trend”.

Ma c’è una canzone che può essere utilizzata come colonna sonora per questa chiacchierata? Un attimo di pausa, poi la scelta cade su “La radio” di Eugenio Finardi. E’ stata scritta nel 1976, pochi anni dopo quelle mani infilate dentro i circuiti, quando il sogno era mettersi in contatto con gli alieni. Il ritornello è la chiosa più azzeccata per la nostra intervista: “Se una radio è libera, ma libera veramente, mi piace anche di più perché libera la mente”.