I diritti degli animali come stella polare. L’insegnamento, la scrittura e l’attivismo come dimensione unica nella quale declinarli.
Francesco Cortonesi, aretino, classe ’71, laurea in Lettere moderne, sceneggiatore e autore, ha alle spalle ventitré anni di insegnamento e oggi è docente di italiano e storia all’I.S.I.S. “Buonarroti-Fossombroni”: “Per me la scrittura è stata sempre una forma di espressione, adesso è principalmente una forma di lotta. Nel 2008, infatti, ho avuto una sorta di conversione manzoniana rendendomi conto che la mia passione per gli animali non poteva più convivere con il mio Io che li mangiava e li pescava, così sono diventato vegan. Una consapevolezza che ne ha portata con sé un’altra: all’interno della grande questione dei diritti, gli animali sono gli ultimi degli ultimi”.
Dall’esordio con un fantahorror a libri che raccontano di animali che si ribellano al dominio degli esseri umani: “Per me la scrittura è un unico contenitore, dove anche l’horror, più conservatore, e la fantascienza, più esplorativa, sono latori di messaggi profondi. Non ho cambiato genere, ho semplicemente scelto di dare alla scrittura una dimensione impegnata nella lotta per i diritti degli animali”.
La vita come un flusso di coscienza, dove l’insegnate, lo scrittore e l’attivista si fondono senza soluzione di continuità: “Come insegnante di lettere e storia parlo continuamente della prevaricazione dell’essere umano nei confronti dei più deboli, della tendenza al conflitto che abbiamo, piuttosto che alla pacificazione, e questo concilia le mie anime. La scrittura di libri per ragazzi è arrivata casualmente, dopoché alcuni editori come LogosEdizioni mi hanno sentito parlare a vari festival vegan. Su Mocha Dick, la vera storia della balena che ha affondato alcune baleniere, uscito per Edizioni Corsare, c’è dietro anche un grande lavoro di ricerca sui diari dei marinai di allora. Attualmente scrivo libri illustrati, grazie alle collaborazioni con bravissimi illustratori come Ambra Garlaschelli, Alessandra Manfredi e l’aretino Simone Arniani. In questo momento sto lavorando alla storia di Tyke, l’elefantessa di un circo che dopo avere subito tante violenze si è ribellata uccidendo il domatore, mentre per Cronache Ribelli sto curando Zanne, una raccolta di racconti, tra cui quelli di celebri autori come Alba Teodorani, Danilo Arona e Marco Steiner, di generi diversi, sugli animali che si ribellano all’uomo”.
Dante, Leopardi, Pascoli, solo per citarne alcuni: la letteratura è piena di animali e di riflessioni sul rapporto tra uomo e natura, come la filosofia dai suoi albori.
“Gli animali sono esseri senzienti, sono consapevoli e sentono il dolore, non solo quello fisico, ma pare che non tutti riflettano su questo con attenzione. Io comprendo che la società abbia dei meccanismi, soprattutto di mercato, per i quali diventa difficile accettare questa realtà e agire di conseguenza, ma dovremmo farlo; purtroppo, invece, si ergono muri e si registrano dissonanze che sarebbe interessante psicanalizzare”.
Il circo è una di queste: “Vedere una tigre o un elefante dal vivo per un bambino può essere un’emozione abbagliante, lo comprendo, eppure come adulti abbiamo più o meno tutti la consapevolezza che il circo non può che essere sbagliato per gli animali e allora dovremmo agire di conseguenza”.
Francesco Cortonesi ha contribuito alla chiusura dello zoo di Cavriglia, si batte per la salvaguardia delle tartarughe marine e per gli anfibi con la campagna Bufo-Bufo, sempre sul campo redigendo report per la difesa degli animali e dei loro diritti: “Non sento mai un senso di separazione tra l’attivismo e l’insegnamento. Faccio formazione scrivendo, faccio formazione insegnando, faccio formazione come attivista, cercando di stimolare delle riflessioni che riguardano in primis anche me. Non mi sento l’illuminato che ha capito tutto e che spiega agli altri la vita, ma di fronte a evidenze scientifiche non si può far finta di nulla”.
Tra dieci anni: “Mi auguro un mondo migliore, la fine dello sfruttamento degli animali, non solo quello alimentare, la definizione dei diritti a tutto tondo, consapevole che, purtroppo, non sempre ciò che vuole l’essere umano collima con tutto questo”.
Una lotta che Francesco porta avanti con tutti i mezzi a sua disposizione, sperando di contribuire alla causa che ha abbracciato sedici anni fa e che da allora ne scandisce la vita.