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Un luogo immerso nella natura in cui rivivere il fascino del medioevo

Borgo fortificato tra i più affascinanti della Toscana, incastonato in una grande area boschiva, il Castello di Gargonza domina da nord-ovest la Val di Chiana. Per raggiungerlo bisogna percorrere la strada SS73 Senese Aretina che da Monte San Savino sale verso Palazzuolo e, dopo aver attraversato la splendida zona collinare, prosegue verso Siena.

Le prime notizie del fortilizio risalgono alla metà del XII secolo. Nel Duecento era un feudo degli Ubertini ma a causa della sua posizione strategica fra la Val di Chiana aretina e la terra senese, il maniero fu al centro

di continue dispute per il suo controllo tra le città di Arezzo, Siena e Firenze.

Secondo la tradizione nel 1304 Dante Alighieri, guelfo bianco esiliato, partecipò a Gargonza a una riunione politica assieme a ghibellini fiorentini e aretini. Una lapide sopra la porta principale di accesso al borgo ricorda ancora l’episodio, indicando però come data il 1302, ovvero l’inizio dell’esilio del poeta dalla sua Firenze. Altre fonti ancora considerano il 1303 come anno del conciliabolo tra i fuoriusciti.

Nel 1307, il castello subì un duro attacco dalle armate fiorentine, ma gli assediati, grazie alla diffusione della falsa notizia dell’imminente contrattacco alla città gigliata da parte degli aretini supportati dal cardinale Napoleone Orsini, evitarono la capitolazione. L’anno seguente Firenze riuscì a impossessarsi del fortilizio, che tornò quasi subito in mano agli Ubertini, i quali nel 1381 lo vendettero alla Repubblica Senese. Tra i 1384 e il 1385 i fiorentini, che avevano ormai sottomesso Arezzo definitivamente, lo riconquistarono.

Nel 1433 scoppiò una rivolta che causò la reazione degli occupanti. Firenze rase al suolo gran parte delle mura, lasciando in piedi solo il cassero con la sua torre. Dopo la ricostruzione, nel 1466 Gargonza si dette un proprio statuto comunale.

Nel 1546 il maniero venne ceduto da Cosimo I de’ Medici ai marchesi Lotteringhi della Stufa. Nel 1727 passò ai marchesi Corsi Salviati, che da borgo fortificato con precise caratteristiche militari lo trasformarono in una fiorente tenuta agricola, provvista di grandi terreni condotti a mezzadria. Il “comunello” rimase in piedi fino al 1774, quando la riforma leopoldina lo aggregò al vicino comune di Monte San Savino.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale ci furono il declino della fattoria e l’esodo generale della popolazione verso la pianura e i centri abitati maggiori. Nel 1968 chiuse definitivamente anche la scuola elementare. Gargonza rimase quasi del tutto disabitata ma il villaggio abbandonato fu recuperato a partire dai primi anni Settanta dal proprietario Roberto Guicciardini Corsi Salviati, che nel pieno rispetto del passato e mantenendone l’impronta medievale convertì il castello in un albergo residence tra i più esclusivi.

Oggi chi visita Gargonza ha la possibilità di passeggiare nei suoi vicoli stretti, sostare nella piazzetta centrale provvista di pozzo ottagonale per ammirare la possente torre merlata alla guelfa, osservare i resti della cinta muraria e della porta duecentesca, visitare la chiesa del XIII secolo dedicata ai santi Tiburzio e Susanna, restaurata da Giuseppe Castellucci nel 1928.

Chi sceglie di sostare nel borgo può usufruire delle abitazioni dei contadini sapientemente recuperate e trasformate in appartamenti, camere e suites sparse, bere un aperitivo nella bottega all’ombra del torrione, provare la cucina tipica del ristorante ricavato dall’antica falegnameria esterna al fortilizio e trovare refrigerio dalla calura estiva nella vicina piscina panoramica destinata agli ospiti.

Meta prediletta di matrimoni, convegni, team building ed eventi culturali di prestigio, Gargonza è il luogo ideale per chi ama la pace e tornare indietro nel tempo. Una perla immersa nella natura che ha saputo rinnovarsi e mettere a disposizione di coloro che la visitano i migliori comfort odierni, conservando le atmosfere magiche del glorioso passato.