San Giovanni Valdarno, l’antica Castel San Giovanni, è uno dei centri di riferimento del Valdarno aretino.

Le sue origini risalgono alla fine del Duecento, periodo in cui, per fare fronte alle mire espansionistiche di Arezzo, Firenze decise di consolidare la sua presenza nel Valdarno Superiore attraverso un complesso sistema di avamposti.

Nacquero così le “terre nuove fiorentine”, città dalla struttura urbanistica a pianta rettangolare, con grande piazza centrale dalla quale partivano i due assi viari principali, perpendicolari tra loro.

Il centralissimo e turrito Palazzo Pretorio di piazza Cavour, noto anche come Palazzo d’Arnolfo, è il simbolo di San Giovanni.

Attribuito all’architetto fiorentino Arnolfo di Cambio, l’edificio medievale venne trasformato nel Quattrocento. Fu sede del Podestà e dagli inizi del XV secolo accolse anche i Vicari, ricordati dai blasoni della facciata.

Oggi ospita il Museo delle Terre Nuove.

Dall’interno della basilica di Santa Maria delle Grazie, in piazza Masaccio,  si accede all’omonimo museo che conserva la straordinaria Annunciazione realizzata tra il 1432 e il 1440 da Beato Angelico, proveniente dal convento francescano di Montecarlo.

Una passeggiata nel centro storico sangiovannese ci porta a scoprire preziosi palazzi e luoghi religiosi di origine medievale, trasformati nei secoli. Da ricordare, ad esempio, la pieve di San Giovanni Battista con il portico a tre arcate e le chiese di San Lorenzo, della Santissima Annunziata e di Santa Lucia, tutte ricche di opere d’arte.

Lungo Corso Italia si trova infine la casa dove visse il più grande figlio di San Giovanni Valdarno, il pittore Tommaso di Ser Giovanni, da tutti conosciuto come Masaccio, che negli anni Venti del Quattrocento fu uno dei più geniali iniziatori del Rinascimento fiorentino.