Luca Donnini, insieme al fratello Michele
e al padre Miraldo, dal 1994 è alla guida di un’azienda che si è
evoluta da realtà artigianale a industriale, conquistando fette
di mercato sempre più ampie

Competenza, qualità e progettualità. Questi sono solamente tre degli elementi che fanno di Artigian Carta, azienda di Anghiari di proprietà della famiglia Donnini, il padre Miraldo e i fratelli Michele e Luca, un punto di riferimento per il comparto cartotecnico nazionale. Insieme con passione, fantasia e innovazione. Un’azienda familiare che ha sfruttato questa forza motrice per crescere e guardare oltre, aprendosi a partnership esterne, un processo fondamentale per lasciare il mondo artigiano e abbracciare quello industriale. Una crescita continua che porterà presto a raddoppiare la superficie dell’azienda.
Luca, qual è la storia della famiglia Donnini?
«Artigian Carta esiste dal 1964, la famiglia Donnini l’ha rilevata trent’anni dopo e per noi è come se fosse nata in quel momento. Prima era un’azienda artigiana che lavorava soprattutto a livello regionale, oggi è una realtà con clienti internazionali».
Cosa significa essere un imprenditore del settore cartotecnico?
«È un settore che richiede passione, fantasia e tanta innovazione per cercare di proporre sempre qualcosa di diverso dalla concorrenza, dando così ai nostri clienti valore anche nelle argomentazioni utili per promuovere il prodotto. Fare impresa in questo settore è stimolante, hai quotidianamente tante richieste da clienti o potenziali tali e trovare la soluzione rappresenta per noi uno stimolo a migliorare».

Un’azienda di famiglia si difende meglio delle altre sul mercato?
«Un’azienda di famiglia, quando è unita come noi e condivide gli obbiettivi lavorando ognuno nel proprio ruolo per raggiungerli, ha una forza enorme. Deve però essere capace di attivare processi di delega interna, dare l’opportunità di sviluppo professionale ai propri collaboratori e aprirsi a sinergie con altre realtà complementari per affermarsi in un mercato sempre più competitivo. Diversamente puoi crescere in dimensioni ma non in mentalità, che per noi rappresenta il primo obiettivo e la vera differenza tra impresa e impresa».
Cosa significa produrre carta oggi e cosa significava trent’anni fa?
«È cambiato tanto, direi quasi tutto, dai materiali impiegati alla tecnologia di trasformazione e soprattutto le normative cui dobbiamo attenerci. Questi mutamenti e la loro messa in atto fanno nel nostro settore la differenza principale tra azienda e azienda. Questo ci permette, oggi, di essere visti come un punto di riferimento per l’innovazione e la qualità dei nostri prodotti. Il successo? Lo certificano le tante collaborazioni con aziende alimentari di importanza nazionale e internazionale».
Qual è il formato più complesso da produrre?
«Per noi non esiste un prodotto più complicato di altri perché cerchiamo ogni giorno di costruire un’azienda quanto più completa possibile, con impianti produttivi all’avanguardia e personale qualificato, in grado di realizzare nel nostro settore ogni tipologia di packaging».

Come avviene la progettazione dei prodotti?
«Premetto che negli ultimi 10 anni l’azienda ha investito tanto nelle competenze interne, inserendo figure di rilievo in tutti i comparti che riguardano gli aspetti tecnici. Oggi abbiamo
un ufficio composto da 4 persone che sviluppano le nostre linee di produzione, dalla progettazione meccanica fino alla loro programmazione, e un ufficio grafico che studia forme e materiali per la realizzazione del prodotto finale. Un prodotto parte sempre da un’idea o da una richiesta del cliente e la prima fase è l’analisi di fattibilità che viene realizzata coinvolgendo nel progetto tutte le figure preposte: ufficio tecnico, ufficio grafico, ufficio qualità, ufficio pianificazione, produzione e approvvigionamento. Il primo punto è l’analisi di fattibilità con gli impianti esistenti per individuare le eventuali modifiche necessarie, poi lo studio del contenitore perché soddisfi le richieste del cliente nel rispetto delle normative alimentari vigenti e infine l’analisi delle tempistiche di produzione. Il nostro punto di forza è che tutto avviene al nostro interno in tempi molto rapidi e soprattutto garantendo la massima riservatezza del progetto che il cliente ci sottopone. Nel caso di prodotti realizzati direttamente da Artigian Carta, avendo l’opportunità di lavorare direttamente con il canale degli utilizzatori finali come forni, laboratori, pasticcerie. Il nuovo prodotto viene testato in questi settori per un periodo relativamente breve, potendo così contare su feedback diretti che ci permettono di ottimizzare il nuovo articolo e correggere eventuali problematiche che possono emergere. Questo ci garantisce nuove potenzialità di vendita negli altri settori in cui lavoriamo, come ad esempio il distributore grossista o l’industria, proponendo un prodotto testato con tutti i vantaggi che ciò comporta. In questo modo, oggi, abbiamo un catalogo molto ampio di prodotti sempre disponibili a magazzino e molte altre idee custodite “nel cassetto”, in attesa che i tempi siano più maturi».

Quanto è complesso l’approvvigionamento della carta? Utilizzate solamente quella riciclata?
«Artigian Carta adotta con i propri fornitori lo stesso approccio che ha verso i clienti. Gli diamo la stessa importanza, convinti che ciò che rende competitiva un’azienda è tutta la sua filiera, e i fornitori ne fanno parte a pieno titolo. Per questo abbiamo un’alta fidelizzazione verso i nostri fornitori. Che la nostra filosofia è giusta ne abbiamo avuto conferma durante questi ultimi tre anni, in particolare nel 2022, quando nonostante le criticità generali nel reperire materiale, Artigian Carta ha sempre avuto continuità di approvvigionamento senza avere mai particolari ritardi, e al di là dell’oscillazione dei prezzi, abbiamo garantito continuità di fornitura ai nostri clienti. Per rispondere alla seconda domanda, come azienda crediamo fortemente nel riciclo del prodotto a fine vita e nell’economia circolare, pertanto l’80% dei nostri prodotti vengono realizzati con materie prime che provengono da riciclo. Su questi prodotti, anche se accoppiati con film plastici, Artigian Carta ha effettuato prove di laboratorio secondo il metodo Aticelca che ne attesta la capacità di nuovo riciclo ottenendo un livello A, molto buono, se consideriamo che il più alto è A+. Negli ultimi tre anni abbiamo inserito nuove referenze per settori specifici dove è invece necessario utilizzare solo materiale di pura fibra vergine e in questi articoli l’azienda ha investito per certificarli compostabili e FSC, organizzazione che promuove una gestione responsabile delle foreste».
Molte persone sono scettiche di fronte al riciclaggio, quanto è importante invece nell’attuale sistema economico?
«Spiegare l’importanza del riciclo oggi è superfluo vista la moltitudine di messaggi che ogni giorno riceviamo sull’argomento. In alcuni casi mancano la cultura e il senso civico, facciamo parte di una comunità e i comportamenti virtuosi non spettano solo agli altri, ognuno di noi è chiamato a contribuire. La legge ha reso obbligatorio inserire nei contenitori l’indicazione per il corretto riciclo e crediamo che i consumatori ne abbiano trovato giovamento. Ciò che possiamo dire, però, è che nel nostro settore vengono immessi nel mercato prodotti che non rispondono a questi obblighi, omettendo le informazioni che, invece, sono requisito di legge come il riferimento al produttore, il simbolo di alimentarietà e l’indicazione allo smaltimento. Ecco, anche la corretta etichettatura è parte integrante della nostra filosofia. Proponendo prodotti conformi aiutiamo i clienti nella loro corretta gestione».

Quali sono le qualità di un buon packaging di carta?
«Risolvere un problema al cliente, avere un appeal estetico, essere più green possibile e pratico nell’utilizzo. Non ne facciamo mai una sola questione di prezzo. Nel nostro settore, che nel mondo carta è una nicchia di mercato anche se fa numeri importanti, ci siamo accorti che spesso manca la cultura del prodotto per distinguere un articolo da un altro, anche se all’apparenza uguali. Per questo ci impegniamo da anni, attraverso i nostri commerciali, ad argomentare le nostre proposte di prodotto e fornire quante più informazioni possibili anche attraverso una formazione dei clienti e delle loro forze vendita qui in Artigian Carta. Ogni prodotto sviluppato ha una sua storia ed è fondamentale far capire come è stato costruito e perché è stato realizzato così. Cerchiamo di illustrare al cliente il prodotto in modo che possa trasferire a sua volta all’utilizzatore finale le informazioni necessarie per fare un confronto e scegliere in autonomia, senza discutere solo il prezzo. Vogliamo creare conoscenza ed è un lavoro faticoso, perché far percepire valore aggiunto in prodotti che alla fine sono “usa e getta” non è semplice, ma siamo convinti che serva farlo».
Cosa significa per Artigian Carta sostenibilità?
«Fare un prodotto sostenibile, riciclabile, compostabile ha senso se tutta l’azienda nei suoi processi lo fa, deve essere una filosofia di insieme. Per questo abbiamo investito 10 anni fa in un impianto fotovoltaico che produce il 50 per cento del nostro fabbisogno, con l’obiettivo di arrivare al 100 per cento con il nuovo ampliamento in programma. Abbiamo lavorato su colle e inchiostri per abbattere l’impatto sullo smaltimento dei liquidi a fine produzione e ridotto il consumo di acqua nei lavaggi di macchina del 20 per cento nonostante la produzione sia aumentata; stiamo lavorando pesantemente per ottimizzare tutti i processi interni, riducendo il consumo energetico a parità di ore impiegate e i prodotti che ne scaturiscono sono altamente sostenibili e rispettosi dell’ambiente».
Cosa fa quando non è in fabbrica?
«In questo momento non ho molto tempo libero. Stiamo lavorando per rendere l’azienda quanto più indipendente dalla proprietà con un importante processo di deleghe, perché un’azienda moderna non può dipendere dalla presenza dei titolari e viceversa. Per questo stiamo facendo tantissima formazione interna ai nostri collaboratori e questo ci permette di crescere internamente figure fondamentali per il presente e il futuro di Artigian Carta. Il mio tempo libero lo dedico principalmente alla mia famiglia, mia moglie e mio figlio, figure dalle quali mi divide in parte un lavoro impegnativo: ma sono il mio porto sicuro ed essendo amante degli sport motoristici, in particolare il karting, quando posso seguo questa passione con gli amici».

Quando si guida un’azienda si cerca sempre di alzare l’asticella, il vostro prossimo step quale sarà?
«Miriamo a crescere ancora e diventare una realtà più importante nel mercato, con l’ambizione di diventare un’industria di riferimento a tutti gli effetti. Per questo è già partito un piano di investimenti per ampliare la superficie di altri 10.500 metri quadrati, con l’inizio dei lavori abbastanza imminente. Con la nuova struttura sono previsti il miglioramento dei flussi di produzione con tanta automazione per ottimizzare gli sprechi di movimentazione merce e produttivi, razionalizzare i fine linea, aumentare la produttività, eliminare azioni di
fatica e ridurre i tempi di evasione ordini. Questo ci permetterà di essere più competitivi, oltre a svilupparci in un nuovo settore della cartotecnica».
Qual è il futuro dell’industria della carta?
«Le restrizioni nell’utilizzo della plastica hanno creato tante nuove opportunità alla carta per inserirsi in settori dove prima non era presente, spazio che sta continuando a crescere ulteriormente. Per questo sarà importante porre attenzione alle nuove opportunità che si stanno creando nel mondo dei contenitori, cercando di coglierle prima di altri, al rapido cambio di normative che ci sono nel nostro settore ed effettuare gli investimenti necessari per soddisfare questi requisiti».
Oltre la carta cosa c’è?
«Ci sono film di svariate tipologie, inchiostri sempre più performanti così come le colle. Anche qui ci sono stati grandi sviluppi e oggi si possono avere materiali a basso impatto ambientale a costi notevolmente più contenuti rispetto al passato, mantenendo le stesse prestazioni produttive, anzi in molti casi migliorandole per produzione e quantità utilizzata».














