Nell’antico castello di Caprese, sorge un museo michelangiolesco che fa dialogare il genio rinascimentale con gli scultori contemporanei.
Michelangelo Buonarroti, in una celebre frase pronunciata all’amico Giorgio Vasari, disse “s’i’ ho nulla di buono nell’ingegno, egli è venuto dal nascere nella sottilità dell’aria del vostro paese d’Arezzo”. La nascita del genio rinascimentale e il breve periodo in cui egli visse a Caprese, dove il padre aveva l’incarico di podestà per conto della Repubblica Fiorentina, vengono celebrati e valorizzati nel Museo Casa Natale di Michelangelo Buonarroti, conosciuto anche come Museo Michelangiolesco.
Il primo nucleo espositivo nacque in occasione del quarto centenario dalla nascita,
nel 1875, ma come lo vediamo oggi è frutto soprattutto della riapertura del 1967 doponil complessivo riordino degli spazi e l’arrivo di numerose opere d’arte, in particolare dei calchi in gesso di sculture michelangiolesche concessi dalle Gallerie Fiorentine.
Il Palazzo del Podestà, ovvero la casa natale dell’artista, è l’edificio più significativo del percorso di visita. Al piano terra è presente una sala multimediale dove nella primavera 2025 è stata sistemata un’opera in marmo di Jessica Ielpo ispirata a Michelangelo, frutto di una residenza artistica, mentre gli ambienti del primo piano, arredati con mobilio rinascimentale, contengono una serie di riproduzioni fotografiche degli affreschi fatti eseguire tra il 1613 e il 1620 da Michelangelo il Giovane, nella casa Buonarroti di Firenze, con 23 scene della vita del celebre prozio. Nel palazzo si possono osservare anche i volumi di pregio dell’Archivio Storico Comunale e le copie fotostatiche di alcuni documenti inerenti Michelangelo, tra cui la copia del controverso atto di nascita ritrovato a Firenze nel 1875, sul quale si scontrano coloro che lo considerano autentico (i sostenitori di Michelangelo nato a Caprese) e coloro che lo ritengono falso (i propugnatori di Michelangelo nato Chiusi della Verna). Da ammirare pure il primo assaggio delle copie in gesso ottocentesche delle sculture del “divin artista” e, in una sala ad hoc, la “Madonna con il Bambino tra i SS. Martino, Benedetto, Romualdo e Michele Arcangelo”, trittico eseguito tra il 1460 e il 1484 dal pittore e monaco Giuliano Amidei, proveniente dalla chiesa abbaziale di San Martino e Bartolomeo a Tifi. La gipsoteca vera e propria è allestita nella Corte Alta, dove si apprezzano i calchi in gesso dei capolavori di Michelangelo e una copia novecentesca del busto del Buonarroti in bronzo realizzato da Daniele da Volterra nel 1564. Prima di entrare nelle sale espositive, meritano una visita, sul lato sud, il giardino ricavato dalla piazza d’armi, l’antica cisterna medievale per la raccolta dell’acqua e la postierla del castello, utilizzata come via di fuga in caso di assedio.
Il Museo Michelangiolesco custodisce sculture di vari artisti, realizzate con diversi materiali come bronzo, marmo, gesso, cera e terracotta. La nascita della raccolta risale al 1969, quando, in vista dei festeggiamenti per il cinquecentenario dalla nascita dell’artista del 1975, giunsero a impreziosire il complesso museale le opere donate da importanti autori contemporanei del panorama nazionale e internazionale. Il 2006 fu un altro anno da ricordare per il museo, che si arricchì della collezione donata dallo storico Enrico Guidoni, che comprende sculture di medio e piccolo formato e alcuni disegni di autori italiani dell’Ottocento e del primo Novecento. Le opere degli artisti che dialogano con Michelangelo nel suo luogo natale sono suddivise tra le sale piccole della Corte Alta, il Giardino delle Sculture all’aperto e due piani di Palazzo Clusini. Tra i nomi più noti che si ricordano, tra i tanti presenti, ci sono Umberto Boccioni, Antonio Canova, Adriano Cecioni, Galileo Chini, Giovanni Duprè, Pericle Fazzini, Vincenzo Gemito, Emilio Greco, Quinto Martini, Medardo Rosso, Enzo Scatragli, Marcello Tommasi e Iorio Vivarelli.













