Design, cura dei dettagli e maniacale attenzione alla genuinità dei prodotti.
Il grande focolare è il trait d’union fra le radici, la tradizione e il domani con le sue innovazioni. Dallo Spiedo d’Oro al rinnovato locale in via Fiorentina,
l’avventura nella ristorazione della famiglia Fabbrini.

 

Si respira eleganza entrando nella sala finemente apparecchiata del ristorante Minerva di Arezzo. L’eleganza di un sorriso spontaneo che accoglie con dolcezza e con cura. Dettagli color oro e bronzo, lampade di design, luce calda e soffusa. L’impeccabile tovaglia bianca, i calici sul tavolo, volumi morbidi e linee geometriche ben definite. C’è un moderno skyline di Arezzo su una parete. Un equilibrio che crea armonia, infonde serenità e invita a gustarsi il momento.
“Anche nell’arredo – spiegano i proprietari Gianni e Andrea Fabbrini – abbiamo voluto ricercare il giusto ponte fra passato e presente, fra tradizione e innovazione”.
L’avventura della famiglia Fabbrini iniziò nei primi anni 50 con lo “Spiedo d’oro”, rinomato ristorante di Arezzo, luogo perfetto per i pranzi in famiglia e le cene con gli amici di una vita. “E’ stato il primo a fare asporto in città – ricorda Andrea con dolce nostalgia. C’era sempre fila davanti al locale la domenica mattina e ancora oggi gli aretini rammentano il profumo di arrosto, di lievito e di pollo allo spiedo. Chiacchiere, risate e la voglia di condividere un buon piatto”.
Poi i fratelli Fabbrini, Rino, Giovanni e Amedeo, trasferirono il loro locale in via Fiorentina aprendo, nel 1968, anche l’hotel e spalancando la via ad uno dei settori strategici per la crescita dell’economia locale.
“Non c’era niente, allora, in quella parte di Arezzo – racconta Gianni. Una sfida, un azzardo che si è rivelato vincente. Per anni l’insegna del Minerva ha accolto turisti e viaggiatori che si recavano ad Arezzo per affari o per scoprire le bellezze artistiche della città. Gli stessi casellanti dell’autostrada consigliavano il posto a passanti che chiedevano indicazioni. Era uno dei primi alberghi della città vocato al turismo d’affari; eppure era un luogo dove sentirsi a casa”.
A pochi passi dall’A1 oggi il business hotel a 4 stelle mette a disposizione dei propri ospiti 130 camere, ampio parcheggio privato, noleggio biciclette, connessione internet wi-fi, centro fitness con palestra e bagno turco ad uso gratuito e un centro congressi con sale meeting per ospitare conferenze e convegni. Ambienti luminosi, classici ed eleganti uniti ai più moderni comfort.
Ma la famiglia non ha mai abbandonato la passione per la ristorazione e, insieme all’hotel, ha dato forma e vita al ristorante Minerva. Nell’idea dei fratelli Fabbrini e nella percezione collettiva non è mai stato il “ristorante dell’hotel” ma un locale che ha saputo imporsi in città mettendo sul piatto professionalità, servizi e l’arte della cucina. Materie prime ricercate e scelte con sapienza, trasformate in autentiche esperienze culinarie dalle mani di abili chef. I profumi delle stagioni scrivono le portate sulla carta per offrire pause di gusto e piacere. Il territorio toscano è ben presente nei piatti che si ispirano alle ricette di “nonna Assunta” ma accolgono, con rispetto, moderne preparazioni e nuovi sapori da fuori confine. Il grande focolare rappresenta l’elemento di unione fra la storia passata e il presente.
“Nei primi anni – le parole di Andrea – il ristorante era famoso per ospitare cerimonie come matrimoni, battesimi, ricorrenze importanti o i pranzi delle feste in famiglia. Gli spazi erano ampi e lo staff numeroso offriva un servizio attento e impeccabile. Non era raro mettere a tavola 700 – 800 persone in un giorno. Quando siamo subentrati noi, la seconda generazione, abbiamo rinunciato ai grandi numeri per concentrarci, ancora di più, sulla qualità dei piatti proposti e sull’attenzione al cliente. Nel 2023 abbiamo ristrutturato l’ambiente perché rispecchiasse la nostra idea. Genuinità, ricercatezza e cura dei dettagli sono le parole d’ordine”.
La carne è l’elemento forte del ristorante Minerva con ampia scelta di tipologie e di tagli. Fra i piatti più richiesti e apprezzati la tartare preparata al tavolo davanti al cliente e il celebre filetto alla Rossini.
Durante le giornate più calde, è inoltre possibile rilassarsi a tavola nella terrazza esterna, adiacente alla sala ristorante.
“Amiamo coccolare i nostri clienti – dicono all’unisono Gianni e Andrea. Abbiamo un’attenzione speciale per i vegetariani, per i celiaci, e per chi necessita di piatti senza glutine. La cantina offre innumerevoli etichette del territorio, italiane e straniere, tra le più prestigiose e conosciute. Ma anche vini di piccole cantine, piacevoli e genuine scoperte”.
“In questi spazi, fra questi tavoli c’è tutto il nostro mondo – racconta Gianni – la nostra storia di famiglia. Da piccoli venivamo la mattina presto ad aiutare ad allestire la sala, spostare i tavoli e apparecchiare; i clienti abitudinari erano nostri amici sinceri. Ballavamo alle feste, a volte ci addormentavamo sulle poltrone. Ricordo che da piccolo facevo disegni sulle comande. Quando ho preso in gestione il ristorante li ho ritrovati tutti quegli scarabocchi, accuratamente conservati in un cassetto”.
“I nostri padri – continua Andrea – non volevano che noi lavorassimo qua. L’accoglienza e la ristorazione erano le loro grandi passioni ma conoscevano bene l’immenso sacrificio che comportavano. L’amore che ci hanno trasmesso per queste mura, per quello che significano, per quello che rappresentano ha superato le loro raccomandazioni”.
Negli anni il ristorante Minerva ha accolto scrittori, cantanti, politici, attori e intere troupe cinematografiche che alloggiavano all’hotel mentre giravano celebri film in città e provincia.
Ha delineato la sua personalità imponendo uno stile e una filosofia ben definita che ha ricevuto apprezzamenti e gratificazioni.
“Per quanto sia un lavoro impegnativo – affermano con convinzione Gianni e Andrea – siamo felici di proseguire il viaggio sulla strada che la nostra famiglia con diligenza e devozione ha tracciato; magari studiando sempre nuovi e affascinanti itinerari che ci riempiono di stimoli e soddisfazioni”.

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Chiara Calcagno Ostinatamente giornalista, scrivo per lavoro, per piacere, per fare la spesa. Mi nutro di bellezza, di mare, di vigne e di cinghiale in umido. Quello di mia nonna. Vorrei avere capelli sempre in ordine e mani curate ma perdo troppo tempo a cercare le chiavi dentro la borsa.