E domani come sarà? Come affrontare il post coronavirus? Ecco la risposta di Francesco Fumagalli, imprenditore e titolare della tipografia Grafiche Badiali

Oggi stiamo vivendo un momento di eccezionale complessità, il Coronavirus sta mettendo alla prova tutta la nostra società, ha stravolto la vita del pianeta come mai era accaduto nella storia, come nemmeno i conflitti mondiali erano riusciti a fare, complice anche il livello di condivisione dovuto ai vari social network. Non è mai stata veramente la “mia quarantena”, ma la “nostra quarantena”, con gli eventi condivisi e le infinite video-chiamate durante la giornata, l’attesa dell’ultimo decreto in tarda serata, commentato in diretta sulle chat. Non c’è mai stata così tanta partecipazione alla vita politica del paese: il virus ci ha imposto di modificare i nostri modelli sociali, lavorativi e di vita, e inevitabilmente lascerà un segno indelebile sul nostro futuro.

Domani mi auguro come tutti di poter tornare alla normalità, a volte con gli amici facciamo battute sulla mancanza del suono del Telepass o delle code tra Arezzo e Valdarno. Ma la realtà sarà diversa, dopo gli attacchi dell’11 settembre ci siamo abituati ad un nuovo modo di viaggiare, con nuovi standard di sicurezza e limitazioni su cosa e come portare con noi nei nostri viaggi. All’inizio è stata dura, ma ci siamo adattati.

Il dopo me lo immagino così, avremo nuove limitazioni e disposizioni per viaggiare, per lavorare e per condividere il nostro tempo e il nostro spazio; ci adatteremo anche a questo! La sorveglianza invasiva sarà considerata un piccolo prezzo da pagare per la libertà insostituibile di stare con le altre persone.