L’edizione 2021 del festival dedicato all’infanzia torna in presenza e sarà la più ricca di sempre. Con una grande ambizione: “Aprire un mondo di possibilità, socializzazione, condivisione e idee per la fascia 0-6 anni”, dice il direttore di Progetto 5 Alessio d’Aniello

“Sono un piccolo bambino / alto meno di un pinguino / meno basso di uno gnomo / sono un piccolo di uomo”. Una citazione da “Filastrocche a piedi nudi” di Nicola Cinquetti e Gek Tessaro ha forgiato il nome di un festival che, fino al 2018, non esisteva.

“Meno alti dei pinguini” è l’idea piazzata dalla cooperativa sociale di Arezzo Progetto 5 per accendere l’interesse su un mondo denso, creativo, colorato e troppo spesso trascurato: quello dei bambini da 0 a 6 anni. Una raccolta di iniziative in grado di coinvolgere i più piccini, i loro accompagnatori adulti, gli educatori. Scoperchiando un mondo di possibilità, socializzazione, condivisione e idee fuori dal circuito nido-scuola-famiglia-sport. Un festival di cui c’era evidentemente bisogno: appena è stata resa nota la proposta 2021, gli eventi a numero chiuso sono andati sold-out in un battito di ciglia.

Il seme era stato già interrato nel 2016, con una mostra alla Casa dell’Energia di Arezzo. Si chiamava “Un altro sguardo” ed era un progetto in collaborazione con la cooperativa Giannino Stoppani, che organizza la celebre Fiera del libro dei ragazzi di Bologna. Convegno, incontri, una mostra incentrati sul tema delle “Figure e storia di diversabilità nei libri per ragazzi”. Il terreno fertile e il lavoro di Progetto 5, che da quasi 40 anni si occupa di servizi sociali in Toscana, ha portato alla prima edizione del festival nel 2018.

“Abbiamo deciso – spiega Alessio d’Aniello, direttore di Progetto 5 – di portare ad Arezzo il meglio che ci fosse in Italia per quanto riguarda ricerca, pratiche, laboratori, convegni nell’ambito dello 0-6 anni”. E la quarta edizione dal 22 al 24 ottobre 2021, si propone come l’ultima evoluzione della specie, dopo i successi degli anni precedenti. Forse un’attesa del genere non c’era mai stata, considerato il ritorno in presenza di tutti gli appuntamenti dopo che nel 2020 una parte si è dovuta svolgere online. L’edizione 2021 gode del patrocinio e del sostegno di Consiglio Regionale Toscano, Provincia e Comune di Arezzo, Asl Toscana Sudest, LegaCoop Sociali, Camera di Commercio e Cia e della collaborazione della Fondazione Guido d’Arezzo. Saranno protagonisti i professionisti del settore provenienti da ogni parte d’Italia.

“Vorremmo riuscire ad instillare in questo territorio una certa consapevolezza, vedere maturare servizi e attività dedicati ai più piccini. Creare sinergie, attivare proposte, per una crescita collettiva. La logica che sta dietro al festival è quella di far emergere uno spazio nuovo, diverso, di condivisione per bambini e adulti insieme. E dalla risposta che riceviamo ogni anno, capiamo come sia importante creare qualcosa di aggregante senza una utilità pratica, aldilà dell’insegnamento, aldilà dell’attività sportiva”, aggiunge d’Aniello.

“Meno alti dei pinguini” è cresciuto molto negli anni. Nel 2021 sarà un festival diffuso con più di 16 location, 11 laboratori, 4 speech, 4 spettacoli teatrali, 2 convegni e molto altro ancora. Il tema scelto è quello dei linguaggi, dalla tensione dell’infanzia al naturale a quelli offerti delle nuove tecnologie digitali. “Quest’anno – dice ancora d’Aniello presentando il festival assieme a Samuele Boncompagni – abbiamo pensato a un tema specifico, vogliamo parlare dei linguaggi del corpo, di quelli che si possono usare nell’arte e nello spettacolo. I bambini sono portati verso la natura, il giardino o il bosco, e a relazionarsi con essa. Ma d’altro canto c’è un mondo digitale pervasivo, impossibile da ignorare, che offre possibilità nuove al linguaggio. Ci saranno esperti pedagogisti che dibatteranno proprio su questi temi. Con Save the children faremo ad esempio un laboratorio per genitori sul miglior uso possibile dei dispositivi digitali per i bambini. Ci sarà Domenico Barrilà, psicoterapeuta e analista adleriano. E poi riscopriremo il mondo degli animali e faremo tanto teatro: in piazza San Jacopo sarà riproposto quello che è stato fatto durante il lockdown dalla compagnia Nata, che riprodurrà il “teatro alla finestra”. Ci saranno i burattini del teatro dell’Aggeggio, La famiglia Mirabella, danza e musica e al teatro Pietro aretino, la Bella e la Bestia al teatro Petrarca, yoga per bambini, Aprito, iniziativa per l’incontro dei bambini 0-6 anno con lo sport minore e il teatro. Ci sarà uno workshop, per immaginare la città a misura di bambini. Attiveremo un percorso che durerà un anno sulla città educante per il futuro. E molto, molto altro”.

Tra cui la collaborazione con gli esercizi del centro storico che hanno deciso di aderire alla rete degli amici del festival, esponendo l’iconica statuina del pinguino realizzata a mano, che fa parte di un progetto di sostegno per ragazzi disabili. Addirittura all’interno del negozio di giocattoli Bindi in corso Italia sarà allestito un ‘pit stop’ per il cambio dei pannolini e per l’allattamento. “In definitiva – conclude D’Aniello – vorremmo disegnare degli spazi futuri che non siano soltanto funzionali, dedicati alla musica, allo sport o ai gonfiabili, ma che siano di incontro. Quale è la nostra ambizione? Portare Arezzo nel futuro in questo ambito, vederla crescere”.