Giovanissimo e in continuo fermento. Leonardo Tavanti, giostratore di Porta Sant’Andrea, avrebbe voluto essere maniscalco, ma le scuole militari del settore, dopo il Covid, sono in crisi. Così ha avviato un’azienda agricola, produce olio e fa manutenzione del verde, soprattutto con tecniche da tree-climber
Ha terminato gli studi poco prima che il Covid irrompesse nella quotidianità, mutandola irreversibilmente. Aveva un sogno, peraltro non frequente per un teenager: diventare maniscalco. Ma la pandemia ha mandato in crisi le scuole militari di settore e un inusuale percorso l’ha portato a diventare molte altre cose, tra cui un giovanissimo potatore acrobatico.
Dietro la storia di Leonardo Tavanti, aretino, c’è però una base solida: la passione per la natura e gli animali. Innamorato del mondo dei cavalli, è salito in sella la prima volta da bambino e non è più sceso. Giostratore di riserva di Sant’Andrea, sogna un giorno di affrontare il buratto in piazza Grande. “E poi mi è sempre piaciuto lavorare all’aria aperta – racconta – così sono arrivato a prendermi cura di un grande oliveto”. E’ stato il primo passo verso la manutenzione del verde, settore in cui si sta altamente specializzando. “E dire che alle superiori ho studiato meccanica all’Itis Galilei e ragioneria all’Itc Buonarroti”, continua Leonardo. Alzatosi dai banchi di Arezzo, avrebbe voluto trasferirsi a Grosseto, oppure a Roma. Qui ci sono le principali scuole di mascalcia militare d’Italia, che però, a seguito della pandemia hanno subito una battuta d’arresto. “Mancano iscritti e insegnanti, quindi per il momento ho dovuto, a malincuore, abbandonare questa strada. Ci sono altri corsi altrove, fatti da privati, ma sono molto costosi”.
Niente ferratura dei cavalli, Leonardo ha imboccato un altro cammino: ha aperto un’attività, grazie anche alla possibilità offerta dalla sua famiglia. “Abbiamo olivi e una porzione di bosco in zona Olmo e già da quando avevo 16 anni, durante l’estate, ho iniziato a lavorare in queste terre. Prendevo l’attrezzatura da casa e pulivo i fossi. Ho iniziato così e sin dalla terza superiore ho capito che decespugliare, un giorno, poteva diventare per me un lavoro. Verso la fine della scuola, non potendo studiare da maniscalco, avevo già le idee chiare su quello che volevo fare. Tanto che il mio professore di economia mi aiutato subito ad aprire la partita iva. Così è nata l’azienda agricola Tavanti Leonardo”.
In prima battuta l’impresa si è focalizzata sull’olio. “Mio nonno mi ha lasciato i terreni di Olmo. Ci lavoro assieme a lui, abbiamo gli abbattitori a pressione. Durante la raccolta ci danno una mano gli stagionali. Ma la situazione in questi anni è stata molto altalenante. Purtroppo se il 2020 è stato da record, la campagna olearia 2021 è stata pessima. Abbiamo un migliaio di piante, ma le gelate dello scorso anno hanno portato a una clamorosa mancanza di frutto.
Siamo riusciti ad ottenere appena 6 litri d’olio d’oliva, un disastro”.
E così Leonardo, non potendo contare sulla resa dell’olivicoltura, ha diversificato la sua attività. Forgiato già dall’esperienza della potatura delle olive e dalla pulizia dei terreni col decespugliatore, ha cercato di approfondire le sue conoscenze nell’ambito della manutenzione del verde, focalizzandosi anche sulla costruzione dei giardini. Qualche mese fa, nel dicembre 2021, ha ottenuto una qualifica, quella di manutentore del verde, dopo aver frequentato uno dei corsi più prestigiosi d’Italia. “180 ore alla scuola agraria del parco di Monza, all’interno dell’autodromo. Al termine delle lezioni ho ottenuto l’abilitazione ad esercitare in questo settore”. Realizzazione di giardini, potature, cura del verde a 360°, comprese le costruzioni di recinzioni boschive, anti cinghiali e dei cortili casalinghi. L’attività di manutentore di Leonardo ha trovato così nuovo impulso, grazie alle ulteriori conoscenze su attrezzature specifiche, malattie delle piante, nozioni sui tappeti erbosi o su come effettuare tagli e semine.
“Quando avevo aperto l’azienda agricola, oltre alla viticultura, pensavo di realizzare soprattutto giardini. Ma questo mondo è così vasto che una conoscenza tira l’altra. E così un giorno, online, mi sono imbattuto nella pubblicità di un corso per tree climber e mi sono appassionato al settore della potatura acrobatica”.
Seguite le lezioni nella sede della scuola di Pistoia, Leonardo ha ottenuto anche il patentino per questa delicata e spettacolare attività. “Una volta tornato ad Arezzo – continua – ho comprato l’attrezzatura base, ci vogliono circa 6mila euro. E poi ho cercato i primi clienti. Tuttavia non è semplice per chi è nuovo del mestiere trovare commesse. Oltretutto occorre essere almeno in due per eseguire un lavoro del genere, che comporta un rischio molto elevato: ci deve essere sempre una persona a terra. Il primo lavoro acrobatico l’ho eseguito in zona Bagnoro: l’abbattimento di una pianta. La commessa mi è arrivata tramite un giardiniere, Francesco Braconi. Con il suo aiuto suo aiuto è iniziata a circolare la voce sulla mia attività. Ne ho fatto un altro, poi, in piazzetta San Niccolò, nel centro storico di Arezzo: una delicata potatura interna della chioma di un alloro. L’attività è decollata, infine, grazie al mio mentore, Andrea Carboni. Ex giostratore e climber professionista molto affermato. Ha iniziato a portarmi con sé, svelandomi i segreti del mestiere”. Quella di potatura tree climber è un’attività molto particolare, che comporta la cura del verde in situazioni estreme. Ad esempio dove con i cestelli non è possibile arrivare per i ridotti spazi di manovra. “Noi entriamo all’interno delle piante, ripuliamo la chioma e facciamo abbattimenti controllati senza che il tronco cada pericolosamente, ma tagliandolo a pezzi. Dove c’è la possibilità, inoltre, si lavora anche con il cestello. A volte c’è bisogno di un intervento combinato cestello-tree climbing”, aggiunge Leonardo. Per eseguire questo tipo di potature occorre un’attrezzatura specifica: imbracature, corde, moschettoni, casco, indumenti anti-taglio. “Ho una collaborazione con Agrimacchine Serafini, che mi fornisce materiale Husqvarna”. E conclude: “Quello delle potature acrobatiche è un mondo complesso e in cui mi sto addentrando sempre di più. Ormai la parte classica del giardinaggio la sto abbandonando, per concentrarmi solo sugli interventi acrobatici”.