“Non mi sono mai sentita un prodigio, piuttosto una privilegiata. Vedere chi mi ascolta emozionarsi è sempre stato per me fonte d’immensa gioia”

Da cantare la canzone del cartone animato “La bella addormentata nel bosco” a cantare al G20 di Roma, davanti ai big del mondo. Virginia Moretti, di Monte San Savino, 19 anni a luglio, ne ha fatta di strada. Il suo punto maggiore di forza è la famiglia, una famiglia unita che le è sempre stata vicina, sostenendola in ogni momento. Mamma Keti, babbo Romano, il dolce e solare fratellino Pietro, i nonni, i bisnonni, gli zii e le cugine: tutti sono suoi grandi fan e condividono con lei le gioie e i dolori della vita.

 

 

Quello del canto, è un talento di Virginia che è venuto fuori presto, molto presto. È la nonna materna che guardando la nipotina di soli tre anni, con gli occhi neri e profondi, mentre canta la canzone del cartone “La bella addormentata nel bosco”, intuisce in lei la predisposizione al canto e capisce che la bambina possiede un dono davvero speciale.
E così, all’età di sei anni, Virginia inizia a frequentare la scuola di canto a Monte San Savino e partecipa a concorsi e talent canori. Il compianto Maestro Silvano Gradi, definisce la sua voce “un dono di Dio”. La giovane montigiana a 10 anni diventa allieva del Maestro Matteini e durante la partecipazione ad un concorso, viene notata dal Maestro Taskova Paoletti, che la premia con una borsa di studio, facendola diventare sua allieva.
Nel frattempo, perfeziona lo studio del pianoforte e frequenta il Conservatorio di Siena. A soli 13 anni viene scelta dai Maestri Sara Matteucci e Lorenzo Fratini che la dirigono per 2 anni al Maggio Musicale Fiorentino. È novembre 2018 quando Virginia fa un’audizione e viene scelta per far parte dell’organico dell’Opera di Roma, dove è tutt’oggi.

“Virginia, da quando sei entrata all’Opera, hai cantato in luoghi da sogno, come ai Musei Capitolini, a Palazzo Braschi, al Circo Massimo, e anche alle Terme di Diocleziano in occasione dello scorso G20. Raccontami qualcosa di quell’esperienza: com’è stato cantare davanti ai big del mondo?”

“È stata un’esperienza indimenticabile, emozionante oltre ogni immaginazione e credo anche irripetibile.. Roma era blindata, voi giornalisti avreste pagato oro per avere un pass come quello che avevo io e che mi permetteva di girare indisturbata (ride, ndr). Prima di entrare in scena, mi batteva forte il cuore. I premier sono stati gentilissimi.. Draghi, Johnson e la moglie hanno applaudito a lungo dopo l’esibizione. Ursula Von Der Leyen la ricordo come una donna molto bella e gentile.. E poi c’è anche un episodio buffo.. Dovevamo cantare sopra dei cubi illuminati, ma quando sono arrivata alla mia postazione, l’ho trovata occupata dal Presidente del Sud Africa, e lui imbarazzato si è subito alzato” (ride, ndr).

Virginia è sicuramente una ragazza affabile, determinata ed estremamente matura per l’età che ha, tanto che quando le chiedo come si senta ad essere definita da una vita, da bambina prima e da ragazza adesso, un prodigio, lei senza esitazioni, risponde così:

“Non mi sono mai sentita un prodigio, piuttosto una privilegiata. Vedere chi mi ascolta emozionarsi è sempre stato per me fonte d’immensa gioia”. Virginia vive a Monte San Savino, studia a Cortona al Liceo Signorelli e lavora all’Opera di Roma, una vita da adolescente on the road, la potremmo definire. Una vita che dall’esterno, potrebbe essere considerata di sacrifici, perché Virginia è giovane, e molti suoi coetanei fanno una vita ben diversa, tra divertimenti e svaghi.
“È vero, la mia è una vita completamente diversa da quella dei miei coetanei, ma ho avuto dei carissimi amici che non mi hanno mai abbandonata durante il mio percorso. E poi sono riuscita a farmene di nuovi sia al Maggio che all’Opera, persone con le quali condivido la mia passione più grande, il canto. I miei pomeriggi di festa, da adolescente, li ho trascorsi spesso in teatro, ma non ho sentito la mancanza di altro perché quello che stavo facendo mi appagava pienamente”.


Un’altra risposta che lascia di stucco, ma in senso positivo, perché questa ragazza che ho di fronte, è l’esempio concreto che quando c’è passione e amore per ciò che si fa, niente è un peso.
Mi racconta del difficile equilibrio quotidiano e delle problematiche organizzative, tra studio e lavoro lontano, ma soprattutto di quanto sia difficile gestire i periodi particolarmente intensi, quando la stanchezza mentale e fisica si fa sentire. Nonostante le difficoltà, mi confida che però non tornerebbe mai indietro e che se potesse rifare tutto daccapo, lo rifarebbe proprio così, essendo soddisfatta del percorso intrapreso.

La giovane, nello scorso dicembre, ha ricevuto a Monte San Savino, il premio “La Guglia”, un riconoscimenti che per lei, è stato davvero molto importante.
“Nessuno è profeta in patria: emergere nel proprio ambiente, quello in cui si è cresciuti, è sempre più difficile rispetto a farlo altrove. A maggior ragione per me e la mia famiglia, ricevere questo premio è stato motivo di grande gioia e orgoglio. Dedico il premio al mio bisnonno Emilio Mattioli che è stato il mio primo fan.. anche se adesso non è più presente fisicamente, lo sento sempre qui, al mio fianco”.
Mi racconta tutte queste cose con emozione e trasporto, rispondendomi sempre con spontaneità. Adesso la aspettano eventi con l’Opera di Roma, oltre che tanto studio per l’esame di maturità classica che dovrà affrontare a giugno, ma le chiedo se cantare è davvero ciò che vuole fare da grande. E la risposta arriva diretta, senza ombra di esitazione.
“Io vorrei cantare. Ho avuto modo di vivere l’atmosfera dei grandi teatri come il Maggio Musicale Fiorentino e l’Opera di Roma, mi piacerebbe proseguire la carriera lirica in questi ed altri grandi teatri sia italiani che esteri. Poi, tra qualche anno, spero di riuscire a creare una famiglia e a diventare madre. Sarà sicuramente complicato far conciliare tutto, ma mi è stato insegnato che è la difficoltà dell’ostacolo da superare, che ti fa capire quanto è importante il risultato che vuoi raggiungere”.
E poi, tra una chiacchiera e l’altra, Virginia mi regala il racconto di cosa prova quando canta..
“Prima di ogni esibizione provo emozioni contrastanti, c’è l’adrenalina che mi dà la carica e allo stesso tempo sento la paura della prestazione, ma bastano poche note del pianoforte a calmarmi. Poi è bellissimo quello che accade: mi lascio andare, canto e mi sento motivata, entusiasta e felice”.
E io le credo, deve essere sicuramente così, perché mentre me lo racconta, le brillano gli occhi.


Voglio chiudere questa intervista con le parole della mamma di Virginia, Keti, che quando le chiedo come consideri la strada della lirica intrapresa dalla figlia, mi risponde così:
“È una strada che è venuta naturalmente, penso sia un po’ come la parabola dei talenti: se Dio ti dà dei doni non li puoi mettere sotto terra, è peccato, devi fare di tutto per moltiplicarli. Di sicuro la ricetta per questo percorso è fatta di tanti ingredienti: sacrifici, amore, Dio e la fortuna, ci vuole tutto nella vita”.