Ticketcoin è nata per emettere e gestire i biglietti digitali dei grandi eventi, ma le possibilità che oggi offre, grazie alla blockchain, sono sterminate. Gli ideatori Alberto Sabatini, Emanuele Giannini, Luca Mencacci e Stefano Maria Roggi ne raccontano i segreti

Un’idea visionaria, con un campo di applicazioni talmente vasto che tuttora, a distanza di anni da quel primo “Eureka!”, il confine si perde all’orizzonte. Perché Ticketcoin va ben oltre l’iniziale promessa di offrire “una piattaforma intelligente per vendere, scambiare e gestire biglietti digitali e per promuovere eventi” e fiorisce in direzioni inattese, come un frattale che espande la geometria euclidea. Approdando agilmente alle sterminate possibilità del metaverso.
Dietro l’idea – germogliata in provincia di Arezzo, anche se la sede legale dell’azienda è a Milano – c’è un gruppo di quattro amici “da una vita”. Ciascuno con il proprio background dato da formazioni ed esperienze professionali diverse, spaziando dalla finanza alla tecnologia. Le quali però, messe in condivisione, a partire dal biennio 2016-2017, hanno permesso di sviluppare una soluzione per il ticketing basata sulla tecnologia blockchain. E adesso, dopo un lungo perfezionamento e le prime collaborazioni importanti, Ticketcoin è pronta a decollare. Ad illustrarne i dettagli sono Alberto Sabatini, socio fondatore, Emanuele Giannini, amministratore delegato, Luca Mencacci presidente insieme a Stefano Maria Roggi, altro socio fondatore.
“L’idea iniziale – spiegano – era quella di usare la tecnologia blockchain per un progetto industriale”. La blockchain, letteralmente “catena di blocchi”, è una tecnologia che permette di sfruttare le possibilità date da una rete informatica di nodi: si possono gestire dati in maniera sicura e condivisa senza la necessità che ci sia un ente certificatore, in sostanza si tratta di una notarizzazione delle transazioni. “Diciamo che ci siamo mossi nel campo delle applicazioni industriali per sfruttare la blockchain individuando Il settore del ticketing come candidato ideale. La blockchain, date le sue peculiarità, va a definire i vantaggi degli stakeholder, dal promotore dell’evento ai potenziali acquirenti del biglietto permettendo a richiesta anche il trasferimento del titolo di ingresso all’evento. Noi siamo riusciti a portare questa tecnologia a livello pratico, per la prima volta, sul mondo del ticketing. La catena di blocchi è immutabile, trasparente e tracciabile evitando in modo assoluto il bagarinaggio”. I creatori, per dar vita alla piattaforma, hanno lavorato su due tipi di blockchain. “La prima fase di sviluppo è stata fatta sulla rete Ethereum, che è una blockchain pubblica o ‘permissionless’, al pari di quella di Bitcoin. Durante un roadshow di presentazione del progetto siamo venuti in contatto con un referente di Oracle che ha intuito le potenzialità dell’idea e ci ha proposto di entrare nel loro programma per startup ed utilizzare la loro blockchain con notevoli vantaggi per il progetto.
La blockchain Oracle è di tipo ‘permissioned’, vale a dire che si può operare all’interno utilizzando diversi gradi di informazione stabiliti a seconda del tipo di stakeholder. Usare una rete chiusa ci permette di tutelare la privacy degli utenti finali nella gestione dei biglietti, inoltre si possono creare nuove opportunità di business per gli spettacoli con performance nettamente più alte rispetto alle blockchain pubbliche ma con un impatto energetico infinitamente più piccolo. Abbiamo così la possibilità di costruire altri servizi che allungano la vita del biglietto: stiamo parlando di Nft, merchandising, eccetera”.

“Il metaverso Non è una realtà finta, è una realtà ulteriore in cui spendere il proprio tempo, i propri soldi, fare affari, divertirsi”

E qui si varca lo “stargate” che conduce nel metaverso, formato da spazi virtuali in cui interagiscono avatar di utenti. “Per chi ha qualche anno in più sulle spalle può essere un concetto complicato, ma per le nuove generazioni non è così. Lo spazio virtuale si aggiunge a quello reale, con servizi, beni, possibilità”.
Non è una realtà finta, è una realtà ulteriore in cui spendere il proprio tempo, i propri soldi, fare affari, divertirsi. E peraltro, grazie alla realtà aumentata che permette l’arricchimento del mondo sensibile con dati digitali, i confini tra concreto e virtuale si fanno via via più labili.
“La piattaforma Ticketcoin permette la gestione dei titoli di accesso a manifestazioni, come concerti, spettacoli di teatro, eventi. Si tratta di un servizio in digitale che dà vantaggi in termini di trasparenza, sicurezza e affidabilità. Ma si tratta di una piccola parte di quello che possiamo fare: l’organizzatore di eventi può infatti decidere di creare una galleria digitale, gadget virtuali, ad esempio una maglietta 3D del concerto dell’artista preferito dell’utente. Quest’ultimo poi può indossarla nel metaverso, grazie al suo avatar. Con Ticketcoin possiamo realizzare Nft”. Ovvero non-fungible token, che sono opere digitali non replicabili identificate da un ID univoco assegnato al possessore del medesimo. Possono essere forme d’arte collezionabili (Nft art), come un quadro virtuale, ma lo stesso biglietto del concerto è un Nft unico, non riproducibile, collezionabile, e può diventare veramente una rarità. “E’ l’organizzatore di eventi che decide se e quanti contenuti digitali creare. L’Nft può dare accesso a servizi aggiuntivi anche nel futuro. Un club sportivo o un artista musicale, attraverso gli smart contract che registrano le transazioni, potranno risalire facilmente allo storico di ticket acquistati da un loro fan, proponendogli offerte ad hoc che includano altri benefit fisici o digitali. Ad esempio chi ha partecipato a un determinato evento che potrebbe essere sia sportivo che musicale grazie al biglietto digitale, potrebbe presenziare ad un evento esclusivo nel metaverso. Noi forniamo la possibilità di creare nuove aree di guadagno” nel metaverso. E il business di Ticketcoin è già esondato dai semplici confini del ticketing.
“Abbiamo già realizzato Nft per un’artista: si chiama Petra Huber, detta Lady Hub. Lei realizza quadri, poi le opere vengono associate a opere digitali. Possiamo anche aiutare un artista ad entrare nel metaverso, fornendo i servizi di cui ha bisogno. Seguiamo inoltre alcune mostre, realizzando opere digitali collegate a opere reali: se queste ultime aumentano di valore, anche il rispettivo Nft aumenta di prezzo in parallelo. Queste possibilità potrebbero favorire i giovani artisti attraverso il crowdfunding: per sostenere un ragazzo di talento si possono creare Nft legati alle sue opere. C’è chi acquista gli Nft per aiutare l’artista ad emergere e ritrovarsi un investimento, perché un giorno, con il creatore ormai famoso, potrebbero aver raggiunto un considerevole valore. Gli Nft creati sono depositati nel wallet personale fornito da Ticketcoin e possono essere scambiati e venduti dal possessore del wallet digitale. Detto ciò, non necessariamente ci deve essere un legame tra un dipinto e l’Nft. Questi ultimi possono vivere di vita propria e avere una propria valutazione”.