Medico per professione, vignaiolo per piacere. Saverio Luzzi, neurologo di fama internazionale, ha trovato l’interruttore che gli permette di liberare la mente e avere la serenità giusta per affrontare ogni sfida. Nella campagna di Antria coltiva un sogno chiamato Villa La Ripa

Botulino per sconfiggere il mal di testa e vigna per combattere lo stress. Sì, le rughe rimangono, ma sono quelle di un sorriso. Non sembrano le convenzionali ricette di un dottore, eppure Saverio Luzzi, stimato neurologo conosciuto in tutta la Toscana, è riuscito a trovare l’equilibrio perfetto fra lavoro e passione, fra testa e cuore. Medico per professione, vignaiolo per piacere, ha scelto la campagna di Antria, ai piedi di Arezzo, per raggiungere la serenità necessaria ad affrontare le piccole grandi battaglie di tutti i giorni.

“Il mio non è un lavoro semplice. È fondamentale far convivere medico e persona, non si può rimanere indifferenti di fronte al dolore. Ma neanche un dottore può caricarsi sulle spalle ogni sofferenza che incontra: il peso lo schiaccerebbe, gli impedirebbe di muoversi ed è qualcosa che non può permettersi. Per se stesso, per la sua famiglia ma anche per tutti gli altri pazienti che hanno bisogno della sua massima lucidità in ogni momento. Spesso è davvero complicato. Ci si riesce solo se si trova il modo, a fine giornata, di staccare la spina o, perlomeno, di abbassare la luce. Beh, la vigna è il mio personale interruttore”.

Dopo la laurea in medicina e chirurgia all’università di Firenze, Luzzi si è specializzato in Neurologia nel 1983 e in Neurofisiopatologia nel 1986, sempre con il massimo dei voti e la lode. Nei suoi due studi a Firenze e ad Arezzo si occupa principalmente di diagnosi e terapia delle cefalee, della malattia di Parkinson, della cura dell’ansia e della depressione, di disturbi cerebrovascolari, di epilessia e di demenza. La sua attività scientifica è documentata in oltre cento pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali.

Nel 2000 ha pubblicato il libro “Le cefalee. Cosa sono e come venirne fuori” ed ha collaborato alla redazione de “Il manuale di medicina “ edito da Gentilini, curandone importanti capitoli. Ha partecipato come relatore a numerosi congressi medici in tutta Europa e, nel 2012, ha tenuto seminari sulla fisiopatogenesi delle cefalee alle Università di Toledo (Ohio) e di New York. È uno dei pochi italiani ad essere socio dell’American Academy of Neurology e della Royal Society of Medicine.

Saverio Luzzi è anche uno dei precursori, in Toscana, di un’innovativa tecnica che migliora il disagio di chi soffre di emicrania cronica.

“La tossina botulinica di tipo A (botox) è una proteina naturale che impedisce la produzione di neurotrasmettitori infiammatori e quindi la trasmissione dello stimolo doloroso. L’infiltrazione in specifici punti della testa, della faccia e del collo si è rivelata efficace nel contrastare le emicranie cronicizzate”. E le rughe? “Le rughe dovremmo imparare ad apprezzarle. Sono il sintomo che si sta invecchiando. E invecchiare non è un privilegio per tutti”.

Ogni sera Saverio ritorna nella sua casa a Villa la Ripa dove respira il fascino e la poesia della campagna, dove osserva il lento scorrere del tempo scandito dai ritmi della natura, dove ha scelto di abitare con la sua famiglia.

“L’opzione più logica, probabilmente, sarebbe stata Firenze. Ma io amo Arezzo, con le sue contraddizioni e la sua straordinaria bellezza. Villa la Ripa è un sogno che coltivo e vivo ogni giorno, è un obiettivo raggiunto e una visione futura, Villa la Ripa è la mia casa. Quando mi tolgo il camice, è qui che voglio tornare per abbracciare la mia terra”.

Con tenacia e impegno ha riportato agli antichi splendori la villa rinascimentale sviluppata attorno ad una torre dell’anno 1000, adagiata sul colle di Pecognano. Qui l’arte della vigna si tramanda da secoli: il primo proprietario, nel I secolo d.C., fu Marco Peconio, il cui nome deriva da Pacho, dio etrusco del vino. Poi la tenuta passò nelle mani di varie famiglie, dai Ricoveri ai Bucchi, dai Gualtieri agli Ubertini, che la arricchirono di decori artistici e architettonici. Incredibile come nel corso degli anni, con il passaggio di generazioni e di persone, l’obiettivo a Villa La Ripa sia sempre rimasto quello di esaltarne la tradizione produttiva, coltivando vigne e olivi. E anche la famiglia Luzzi non si è sottratta al dolce compito. La sfida è produrre il miglior vino possibile seguendo i propri ideali di gusto ed eleganza.

L’attenzione maniacale al dettaglio, l’approccio scientifico tipico del medico, si ritrovano anche nelle diciotto vendemmie che ogni anno vengono vinificate separatamente per ottenere i migliori blend. Tecnologie e tecniche all’avanguardia al servizio della tradizione.

“Abbiamo viti di cinquant’anni, piantate a due metri di distanza, secondo l’antico metodo toscano, e altre più giovani posizionate a maggiore densità di impianto per favorire la competizione. Così possiamo ottenere etichette più vicine ad un gusto classico e altre più in sintonia con i palati di oggi. Fare vino è un processo straordinario in cui l’uomo sfrutta la sua conoscenza per ottenere un prodotto che sia il più naturale e sano possibile, in armonia con le tipicità del territorio. È sempre questione di equilibrio. Un prodotto eccellente non si ottiene con una vigna lasciata a se stessa, ma con grappoli difesi e accompagnati in un percorso dove poi potranno esprimersi al meglio. Il vino è come un figlio a cui puoi fornire solide basi e sani principi, per poi osservare crescere l’uomo che speravi diventasse. Ogni traguardo raggiunto è un orgoglio che scalda il cuore”.

Sangiovese, canaiolo, trebbiano, malvasia e persino vecchie barbatelle di cabernet sauvignon sfruttano un terreno in lieve pendio, posizionato fra due torrenti e in una zona abbastanza ventosa. Saverio Luzzi è anche presidente della strada del vino Terre di Arezzo, uno strumento di promozione dello sviluppo rurale e del territorio per sostenere l’enoturismo.

“Credo sia fondamentale valorizzare la produzione vitivinicola collocandola in un contesto culturale, ambientale, storico e sociale. Per questo anche a Villa la Ripa organizzo particolari visite e degustazioni. Oltre ai vini, faccio assaggiare agli ospiti anche un pezzo della civiltà di Arezzo”.

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Chiara Calcagno Ostinatamente giornalista, scrivo per lavoro, per piacere, per fare la spesa. Mi nutro di bellezza, di mare, di vigne e di cinghiale in umido. Quello di mia nonna. Vorrei avere capelli sempre in ordine e mani curate ma perdo troppo tempo a cercare le chiavi dentro la borsa.