L’irresistibile ascesa del sommelier aretino Luca Martini, partito dall’Osteria “da Giovanna” e salito sul tetto del mondo dei degustatori. In mezzo l’amore per Londra, le esperienze ai quattro angoli del globo, la consacrazione professionale. E poi una società di consulenze, un blog e un libro. Il futuro? “Non lo so. Forse Aprirò un chiringuito sulla spiaggia, di sicuro un giorno tornerò ad Arezzo”

Allarga il sorriso, socchiude gli occhi. Luca ha una dote, forse innata, certamente affinata tra le esperienze nel tempo: quel misto di affabilità e savoir faire che fanno la fortuna di un sommelier. Poi, per arrivare in vetta, ci vogliono anche passione sconfinata, dedizione, sacrificio e adeguati mezzi. Sono passati cinque anni: Luca Martini saliva sul tetto del mondo (dei degustatori di vino) al Park Lane Sheraton Hotel di Londra, era l’aprile 2013. “Avevo un traguardo, l’ho raggiunto – dice immergendosi con piacere nel passato. È stato il coronamento di un sogno, un percorso concluso. Mi sono goduto il momento ma poi ho subito pensato ai nuovi obiettivi”.

Un’impresa titanica dopo selezioni massacranti: incoronato dalla Wsa (Worlwide Sommelier Association), Luca diventa per tutti “Best World Sommelier”.

Alle spalle una consolidata carriera in sala, iniziata nel ristorante di famiglia ad Arezzo (l’Osteria da Giovanna), Luca Martini è oggi testimonial e volto televisivo: si occupa di vino, da esperto, per aziende e privati, facendo anche distribuzione di grandi bottiglie. Ha scritto un libro e tiene un blog. Conosce personalmente tutti i grandi dell’enomondo, ha familiarità con gli esperti del settore più titolati ed è una frenetica palla da flipper in movimento a ogni latitudine, tra eventi, presentazioni e consulenze.

Ma prima di questa vita internazionale al seguito del suo prezioso naso, Luca ne ha vissute altre. Che col vino, tuttavia, si sono sempre intrecciate. “Ero un bimbo – racconta – ma ho ancora chiaro nella mente il ricordo del vinsanto fatto con il babbo nella cantina di casa in via Anconetana. Non avevamo vigneti di famiglia, acquistavamo uva dai coltivatori della zona, tra La Pace e Staggiano. La mettevamo ad appassire. Riuscivamo a fare due-tre caratelli”. Il primo incontro con Bacco non si scorda mai. Ne seguiranno tanti altri. Con maggior frequenza a partire dalla scuola alberghiera di Chianciano. Diventa cameriere: “Professione nobile – aggiunge – e un tempo anche remunerativa”. Si fa le ossa nel ristorante di famiglia e inizia a farsi conoscere: poco più che ragazzino, viene chiamato nei ristoranti più importanti della provincia. Nel 1999, a 18 anni, parte per Londra. In Inghilterra, con tenacia, ottiene un impiego alla prestigiosa Caviar House & Prunier. Coniuga lavoro e alta formazione nel vino, “rubando” dai migliori. Si realizza professionalmente e trionfa nei concorsi di degustazione londinesi. Le porte del mondo si spalancano davanti al giovane Luca: Australia, Thailandia, Canada. Tra mesi sabbatici e impegni professionali, si mischiano esperienze – anche di degustazione – da mandare a memoria e richiamare alla bisogna, quando si azzarda un abbinamento o quando si raccontano le note olfattive di una rara etichetta.

“A poco più di vent’anni avevo esaurito gli stimoli – dice – e decisi di rientrare ad Arezzo”. Il primo passo è quello di rinfrescare l’Osteria da Giovanna. E con le competenze acquisite, contribuisce a rilanciare il locale. Poi apre una società di consulting sul vino e avvia la carriera da sommelier in Italia. Nel 2006 si diploma con l’Ais, nel 2007 diventa campione toscano, nel 2009 è il miglior sommelier d’Italia. Studia assieme a Cristiano Cini e Simona Bizzarri, degustatori aretini pluridecorati: insieme daranno linfa preziosa alla scuola concorsi Ais. Subentra una fase di “studio matto e disperatissimo”, per dirla alla Leopardi, che porta Luca a stabilire una serrata routine per raggiungere il titolo mondiale. “E ringrazio mio padre che ha investito molto su di me, ho avuto la possibilità di degustare molte grandi bottiglie. Un aspetto fondamentale per raggiungere il massimo livello”.

Poi: un’avventura personale nel campo della ristorazione, ora conclusa. E le richieste di consulenza in ogni parte del mondo. Ecco la nuova vita di Luca Martini. Ma quella futura? “Amo molto quello che faccio e vorrei continuare. Magari un giorno aprirò un chiringuito sulla spiaggia”, dice scherzando. “Di sicuro – conclude – rientrerò a casa. La mia base, adesso, è a Varese, ma presto, molto presto, tornerò ad Arezzo. E’ la mia terra e ha un grande potenziale”.