Sviluppatori, designer ed esperti di informatica pronti a mettere sul tavolo creatività e ingegno. A Cortona si svolge il primo hackathon al mondo fuori dall’ambito accademico, allestito in un contesto affascinante come il centro convegni di Sant’Agostino

Alzi la mano chi sa cosa sia un hackathon. Crasi tra le parole hacker e marathon, un hackathon non è altro che una maratona informatica, una specie di grande raduno di programmatori, sviluppatori, designer, ingegneri esperti del web e semplici appassionati che, per un breve tempo, si riuniscono per cercare soluzioni a problemi informatici. O per creare queste soluzioni. Nessun timore, non ha niente a che vedere con gli hacker (quei geniali ficcanaso) né con lo sport (via le scarpe da jogging). Ma servono ingegno, creatività, competenze, visione e si gareggia divisi in team. In pratica, sintetizzo, si prendono dei giovani nerd, talentuosi e brillanti, si chiudono in una stanza con computer, tablet e thermos di caffè e si aspetta che la magia si compia. Dopo 24 ore si riaprono le porte e si ammirano le innovative invenzioni che sono riusciti a produrre. Progetti che forse cambieranno il mondo. O che per lo meno miglioreranno piccoli universi.

Roba da americani, verrebbe da dire. Invece no, perché uno dei più particolari hackathon italiani si svolge nell’incantevole Cortona. Ed è il primo al mondo a non essere organizzato in ambito accademico ma allestito in un contesto affascinante come quello del Centro convegni Sant’Agostino, complesso del XIII secolo nel cuore della città. Una cross contamination tra arte, esperienza umanistica e tecnologia. L’iniziativa, denominata HackCortona, è nata due anni fa dall’intuizione della Banca Popolare di Cortona. Nonostante una storia ultracentenaria, l’istituto di credito del territorio ha deciso di guardare al futuro e investire sulle nuove generazioni, spingendole a creare nuove possibilità di lavoro in una zona tanto suggestiva quanto stimolante.

«Volevamo regalare qualcosa al territorio», spiega Roberto Calzini, direttore generale della Banca Popolare di Cortona. «Qualcosa sì di tangibile ma che fosse un invito e una dimostrazione. Una chiamata nei confronti degli imprenditori locali perché sappiano capire le opportunità di sviluppo di una “Silicon Valley in Valdichiana”. Abbiamo perciò scommesso sulle menti brillanti di giovani appassionati di informatica che mettono le loro idee al servizio della comunità per risolvere piccoli e grandi problemi quotidiani. Ma HackCortona non è solo una competizione che si affronta con il sorriso, è un’occasione di confronto, di studio, di apprendimento. Molti progetti sono nati successivamente da gruppi di lavoro che si sono incrociati alla manifestazione e questo è il traguardo più importante».

Un impegno coraggioso che ha avuto bisogno dei partner giusti: adesso sono coinvolti KCL Tech, tech society del dipartimento di informatica del King’s College London, la Scuola Normale Superiore di Pisa, Isti Cnr, centro di studi e ricerca tra i più importanti in Italia e, ovviamente, il Comune di Cortona che si è prestato ad un’azione sinergica di promozione. E poi alcuni sponsor che sostengono l’evento e forniscono pasti e zona riposo.

I ragazzi, provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo, hanno ventiquattr’ore per lavorare ad un hack. Mente libera. Fuori i problemi, gli studi, il lavoro, le discussioni con i genitori o il partner: concentrazione sul codice, sull’interfaccia e sulla migliore strategia di marketing per presentare il progetto e lanciarlo sul mercato. Gruppi di 8-10 persone, differenti professionalità, diversi modi di pensare e vedere lo stesso dilemma e la stessa soluzione. E’ possibile partecipare come gruppi o singolarmente e l’iscrizione è gratuita. Allo scadere del tempo, ai giovani viene data l’opportunità di illustrare le proprie creazioni di fronte ad una giuria di esperti che ha il compito di giudicare e premiare l’idea migliore o più originale.

«La nostra è una terra straordinaria – continua Roberto Calzini. Ci parla attraverso i frutti, i colori, attraverso l’eternità di un dipinto, di una costruzione. E’ bellezza che rilassa e stimola la mente. Partiamo da qui. L’intento di questa particolare iniziativa, in questo particolare contesto, è quello di portare e diffondere la cultura e la sensibilità verso i valori di un’economia basata sulla conoscenza e sulla tecnologia, che ponga però al centro l’uomo e la sua capacità di fare e intraprendere. Sempre nel rispetto delle risorse ed in continuità con la propria storia. Oggi è poco più che un gioco, ma le sinergie tra l’economia immateriale e l’utilizzo consapevole del territorio sono reali e ancora poco esplorate: basti pensare al mondo dell’agricoltura, della produzione del cibo e della valorizzazione turistica».

Nel corso delle edizioni precedenti, sono state sviluppate applicazioni per il riconoscimento facciale degli animali, per la mappatura dei nei e altre per individuare l’autenticità di un gioiello in oro o argento. Studenti universitari o giovani appassionati di informatica hanno contribuito, dalla Valdichiana, a dare vigore alla scena tech italiana.

Innovatori, curiosi, sognatori e spiriti indomiti: pronti a liberate la creatività. L’appuntamento è al prossimo hackathon.