La passione per la musica accompagna Serena Meloni da sempre,
tanto che è diventata una professione e uno stile di vita. Le note sono uno specchio dell’anima perché “si suona quello che si è, attraverso la chitarra racconto storie
e racconto anche me stessa”

Serena Meloni è docente di chitarra e di musica d’insieme, e tra i numerosi ed importanti incarichi che ricopre, c’è anche quello di coordinatrice didattica e della comunicazione per D.I.M.A., l’Accademia nata per volere del maestro Giorgio Albiani.
Quella di Serena può essere definita una vita dedicata alla musica perché fin da bambina ha iniziato a suonare la chitarra e da allora non ha più smesso, trasformando in lavoro la pura passione per lo strumento. A 10 anni riceve in regalo da zia Loretta la sua prima chitarra: “Amo la musica in generale, ma lo strumento a sei corde è quello che ho scelto per comunicare, per esprimermi e per raccontare storie”.
Serena inizia a suonare per puro divertimento, per gioco, con Giovanni, padre di una compagna di scuola delle elementari:
“Abbiamo trascorso dei bei pomeriggi che ricordo con grande gioia, giocavamo a fare le musiciste. Giovanni mi ha dato le basi per iniziare a suonare la chitarra e
ancora oggi, quando rifletto sul percorso intrapreso, su quello che ho fatto e sto facendo, sul perché abbia scelto di fare questo mestiere, mi tornano in mente quei pomeriggi, e ricordo a me stessa che ho deciso di suonare perché mi ha sempre divertito farlo”.
Qualche anno dopo inizia a fare sul serio, e per un compleanno si fa regalare un corso di musica: il primo insegnante che incontra sulla sua strada è Roberto Rossi, docente al liceo musicale Petrarca di Arezzo, poi il percorso di studio dello strumento continua grazie all’incontro con il maestro Giorgio Albiani, sotto la cui guida prima si diploma al Conservatorio di Cesena e poi si laurea, conseguendo il diploma accademico di secondo livello.
Nel momento in cui il maestro Albiani fonda D.I.M.A., inizia subito a collaborare con questa realtà il cui fiore all’occhiello è il progetto “Musica e Salute”.
“Lo portiamo avanti dal 2017, in stretta collaborazione con Armonica Onlus. Attualmente abbiamo intrapreso due percorsi: uno è di formazione e attività laboratoriali sul campo, in sinergia con i centri clinici NeMO di Milano che si occupano di pazienti affetti da malattie neurodegenerative, l’altro è di ricerca con pazienti affetti da sindrome di Williams, malattia genetica dello sviluppo neurologico. è scientificamente provato che la musica ha degli effetti benefici sulla salute poiché è in grado di attivare dei meccanismi che sono alla base della gestione dello stress e delle emozioni. Ecco, questi laboratori hanno proprio l’obiettivo di indagare ulteriormente questi meccanismi”.
Oltre all’attività all’interno di D.I.M.A, Serena è docente di strumento nella scuola secondaria di primo grado, un lavoro stimolante perché i ragazzi tra gli 11 e i 14 anni sono molto ricettivi: con alunni in questa fascia di età non è solo legato all’apprendimento musicale-strumentale, ma è volto anche all’ascolto dell’altro e al rispetto reciproco. Concetti fondamentali per giovani che stanno crescendo.
Nella vita della musicista c’è un leit motiv che è una vera e propria costante: la musica balcanica. Serena è cresciuta frequentando le rassegne di canto popolare al Polifonico, affascinata dai cori dell’est Europa. Da ragazzina, tramite il maestro Albiani, ha partecipato a dei corsi musicali estivi a cui prendevano parte anche dei ragazzi provenienti dai Balcani e dal Caucaso. La cultura balcanica è poi ritornata durante la specializzazione al Conservatorio. “Avevo intrapreso una ricerca sulla musica contemporanea legata alle origini della chitarra. Molte delle musiche che avevo approfondito, araba, turca, balcanica, ebraica, avevano matrici comuni. La notizia della riapertura nel 2014 della Biblioteca di Sarajevo mi ispirò per la stesura della tesi: raccontare attraverso le musiche di diverse culture, la distruzione e la ricostruzione di quel luogo di cultura”.
Serena si definisce felice e soddisfatta di quello che ha costruito fino ad ora, vorrebbe realizzare alcune idee legate alla chitarra e alla voce e riprendere il percorso di studi in antropologia che ha interrotto per dedicarsi interamente alla musica, senza dimenticare le tante iniziative e i progetti con D.I.M.A. da portare avanti.