Stare a contatto con amici e sconosciuti, mangiare, bere e condividere momenti di aggregazione e socialità tra una battuta e l’altra dello spettacolo. Da quasi trent’anni Tovaglia a Quadri rappresenta l’appuntamento conviviale per eccellenza in Valtiberina. Ideata e scritta ogni anno da Paolo Pennacchini e Andrea Merendelli – quest’ultimo anche regista – la ‘Tovaglia’ è una cena-spettacolo “in quattro portate” messa in scena ad Anghiari nelle due settimane a cavallo di ferragosto.

I grandi protagonisti dell’evento sono gli abitanti del territorio, che ogni anno per due settimane si trasformano in attori mettendo in scena le tradizioni e i fatti di attualità che riguardano il territorio locale e non solo. Fra battute in dialetto, tradizioni scomparse e ricordi di un tempo che fu, il paese si anima dei suoi cittadini e dei tanti turisti che attendono cenando le diverse rappresentazioni teatrali. Gli stessi attori si caratterizzano per la loro spontaneità e la loro capacità di dialogare con il pubblico mescolandosi ad esso e riducendo al minimo termine il confine fra realtà e finzione. Un evento unico, irripetibile.

Ogni edizione, ogni replica, ogni singolo quadro ha una sua vita, un suo respiro e una sua identità, sulla scia di quel prezioso strumento quale è la memoria civile della collettività: piccole e grandi storie che vanno dalle miniere etrusche a Leonardo, dal brigantaggio alle deportazioni nazifasciste, dall’emigrazione in Argentina alla svendita dell’acqua pubblica, dalla crisi del comparto artigianale, alle tematiche ambientali, partendo dal locale fino ad arrivare al nazionale.

Ironia e tradizione che attraggono il mondo

La Tovaglia a Quadri fa delle proprie peculiarità territoriali il suo grande punto di forza. Il teatro, il buon cibo e la vita quotidiana: una formula antica e sempre suggestiva che porta ogni anno la manifestazione a registrare il tutto esaurito con largo anticipo, attirando oltre 1.300 spettatori e ottenendo presenza su network televisivi locali, nazionali ed internazionali.

In un’Amaca dell’agosto 2015, il giornalista di Repubblica Michele Serra descriveva così le emozioni vissute a Tovaglia a Quadri:

“ci sono momenti in cui l’Italia sembra un miracolo, e gli italiani un popolo invincibile. Si sa che poi non è così, almeno non del tutto. Ma ci si domanda, in sere come questa, come è possibile che tanta bellezza e tanta intelligenza, stratificate nei secoli, non ci abbiano reso immuni da qualunque debolezza, qualunque disgrazia”

Le stesse parole di Gianfranco Capitta, uno dei più grandi critici italiani, chiariscono ed inquadrano bene il significato profondo della Tovaglia:

“Gradualmente, con lo scorrere degli anni e delle portate, si è passati dal racconto dei fasti di una celebre cortigiana locale approdata in Vaticano (L’Anghiarina, appunto), al problema degli immigrati che qui sono molti e rendono possibili le grandi coltivazioni di tabacco pregiato. Il cibo in questo caso diviene veicolo di verità anche assai amare. E non è detto che non sia salutare qualcosa di indigesto che rovesci l’affermazione di Brecht, procurando una sana acidità al nostro torpore di cittadini e spettatori annebbiati dal conformismo omogeneizzato”

Nuovi luoghi, nuovi linguaggi

 Tutte le edizioni della Tovaglia a Quadri fino al 2019 si sono svolte nella medesima cornice, ossia la Piazzetta del Poggiolino nel cuore di Anghiari vecchio. Un luogo che negli anni ha creato un forte legame con l’evento, i suoi autori ed interpreti, ma anche con il pubblico che in questo suggestivo angolo del borgo valtiberino ha imparato col tempo ad affezionarsi ai vari personaggi e caratteristi che animano la serata anche affacciandosi alle porte e alle finestre della piazza.

Ad ogni modo, lo stretto contatto tra i commensali e gli attori che ha sempre caratterizzato le serate al Poggiolino è stato inevitabilmente un elemento di forte limitazione durante l’emergenza Covid. Un evento fuori dall’ordinario, che nel 2020 ha portato alla rivisitazione della Tovaglia in chiave cinematografica attraverso il lungometraggio “Pan De’ Mia” e che l’anno seguente ha convinto gli organizzatori a riproporre la consueta formula della cena-spettacolo all’interno della nuova location del Castello di Sorci, dove gli ampi spazi hanno permesso il regolare svolgimento delle serate nel rispetto dei protocolli di sicurezza.

Un passaggio certamente sofferto, ma comunque gradito dal pubblico e dai media, che ha portato (e porterà) la manifestazione ad aprirsi sempre più alla propria comunità di riferimento. È notizia di questi giorni, infatti, che l’edizione 2022 – in programma dal 10 al 19 agosto – si svolgerà nuovamente a Sorci, mentre a partire dal prossimo anno la manifestazione prenderà forma ogni volta in un luogo nuovo del territorio comunale anghiarese, frazioni incluse.

“Se per la passata edizione il Castello ha accolto una popolazione sfollata in cerca di un posto sicuro dove approdare, nel 2022 lo stesso Castello diventa il luogo centrale per la costruzione di una nuova comunità – spiegano gli organizzatori – L’edizione 2022 di Tovaglia a Quadri è quindi un primo, fondamentale passo di questo nuovo percorso che metterà alla prova la nostra capacità artistica, organizzativa e logistica. Siamo altresì profondamente convinti che sia il tempo per rimettersi in cammino, per uscire dai sentieri già battuti e scoprire, sperimentare, valorizzare”.

Andrea Merendelli