Un viaggio nella terra di Piero della Francesca tra storia, leggende e un patrimonio artistico e culturale di inestimabile valore nell’alta valle del Tevere

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Sansepolcro, o come si diceva un tempo Borgo San Sepolcro, è il centro principale della Valtiberina aretina e un crocevia strategico tra Toscana, Umbria, Emilia Romagna e Marche. La sua particolare collocazione ha permesso fin dalla nascita di sviluppare legami culturali, economici e sociali con aree geografiche differenti, dalle quali assorbire le migliori peculiarità. Sviluppatasi tra la riva sinistra del Tevere e i massicci montuosi dell’Alpe della Luna e della Massa Trabaria, in una piana alluvionale prossima allo spartiacque appenninico tra Tirreno e Adriatico, Sansepolcro è una città ai confini orientali della Toscana che merita una visita in tutte le stagioni, grazie a un patrimonio storico-artistico di primo piano e al ricco calendario di eventi che soddisfa tutti i palati.

Una fondazione tra leggenda e realtà

Per raccontare le origini di Sansepolcro bisogna partire da due leggende. Una narra di un insediamento romano di nome Biturgia mai identificato, da cui deriva anche il modo alternativo con cui sono chiamati i borghesi, ovvero “biturgensi”. L’altra, ancora più conosciuta, racconta di due pellegrini del X secolo – Arcano ed Egidio – di ritorno dalla Terra Santa con alcune reliquie del Santo Sepolcro, che si fermarono a riposare nei pressi di una fonte. Un segno divino li convinse a rimanere nella zona per erigere un oratorio dove custodirle, in seguito inglobato dalla chiesa che corrisponderebbe all’attuale cattedrale di San Giovanni evangelista.
In realtà nel 1012 è documentata per la prima volta un’abbazia benedettina, a quei tempi inserita nella diocesi di Città di Castello. Nel corso del secolo successivo i monaci accettarono la regola camaldolese. Nel frattempo intorno al monastero e alla sua chiesa nacque e si sviluppò il “Burgus Sancti Sepulcri”, un centro abitato che dalla seconda metà del XII secolo si era sottratto dal controllo abbaziale ed era già provvisto di magistrature comunali.
Tra la fine del Duecento e l’inizio del secolo seguente Sansepolcro entrò nelle mire di città più grandi e dei potenti personaggi che le governavano. Nel 1301 fu conquistata dal capitano di ventura Uguccione della Faggiuola, al tempo podestà di Arezzo. Nel 1321 venne sottomessa da Guido Tarlati da Pietramala, vescovo e signore di Arezzo che mirò sempre a espandere i suoi domini a est. Dal 1335 al 1351 finì sotto il controllo di Perugia, dal 1351 al 1358 si impossessarono del borgo i Visconti di Milano e nel decennio successivo fu controllata da Città di Castello. Nel 1368 l’imperatore Carlo IV di Lussemburgo dette la città in feudo a Raimondo da Montalto, dal quale il 7 luglio 1371 l’acquistò Galeotto Malatesta di Rimini. Quello malatestiano sarà ricordato come un sessantennio di grande prosperità, concluso nel 1432 con l’assegnazione del borgo a Niccolò Fortebraccio, gonfaloniere della Chiesa.

La Battaglia di Anghiari spartiacque nella storia della città

Il 29 giugno 1440, nella piana tra Anghiari e Sansepolcro, si scontrarono gli eserciti del Ducato di Milano e della lega che univa Repubblica Fiorentina, Stato Pontificio e Venezia. Duemila borghesi andarono in aiuto dei milanesi, capitanati da Niccolò Piccinino, ma la loro sconfitta condusse la cittadina sotto il controllo diretto di papa Eugenio IV, che l’anno seguente la cedette in pegno a Firenze per 25.000 ducati.
Il Quattrocento fu un secolo florido per l’economia grazie alla coltivazione e all’esportazione del guado usato nella tintura delle stoffe. Sansepolcro divenne anche una culla rinascimentale, dando i natali al pittore e matematico Piero della Francesca e al religioso, matematico ed economista Luca Pacioli.
Nel 1520 il borgo fu elevato a sede di una nuova diocesi da papa Leone X e la cattedra vescovile rimase fino al 1986, anno dell’accorpamento ad Arezzo e Cortona. Sansepolcro visse un nuovo secolo di fioritura artistica, economica e sociale. I Medici rafforzarono le mura e dotarono la città di una moderna fortezza.
Dal Seicento iniziò una lunga crisi, accentuata dall’incremento delle dogane tra Granducato di Toscana e Stato della Chiesa, che frenarono i commerci e la crescita. Nonostante tutto, nel XVIII secolo sorsero nuovi edifici, vennero promosse le ristrutturazioni delle chiese e nel 1727 nacque l’Accademia dei Risorti, a testimoniare una certa ripresa culturale. Il 1° ottobre 1750 Sansepolcro fu inclusa nell’elenco delle quattordici città nobili del Granducato.
Nel 1886 l’apertura della ferrovia dell’Appennino Centrale, che collegava Arezzo a Fossato di Vico, contribuì a migliorare il sistema dei trasporti di uomini e merci della Valtiberina, dando ulteriore impulso a quel progresso iniziato con la nascita del Pastificio Buitoni del 1827 e con lo sviluppo della coltivazione e della manifattura del tabacco nella seconda metà del secolo, vocazione avviata fin dal Cinquecento e ancora oggi ben radicata.

A spasso nel centro storico tra vicoli e palazzi che raccontano secoli di storia

Passeggiando per le vie di Sansepolcro o lungo le sue mura si possono ammirare tante tracce del borgo medievale e rinascimentale. Archi, vicoli, piazzette e pregevoli edifici pubblici e privati consentono di immergersi nelle storia del luogo, dalle sue origini fino ai nostri giorni.
Il trecentesco Palazzo Pretorio, presenta ancora gli stemmi dei commissari fiorentini che dal 1441 giunsero a governare la cittadina. La quattrocentesca Casa natale di Piero della Francesca accoglie la fondazione dedicata al genio rinascimentale. Palazzo delle Laudi, con le sue eleganti arcate cinquecentesche, ospita invece gli uffici comunali. Allo stesso secolo appartengono Palazzo Ducci del Rosso, sede della Biblioteca, Palazzo Graziani e Palazzo Pichi.
Il seicentesco Palazzo Alberti, con il busto di Cosimo II de’ Medici in facciata, il settecentesco Palazzo Aggiunti e il neoclassico Teatro Dante o dell’Accademia dei Risorti, inaugurato nel 1836, completano il tour tra gli edifici più affascinanti del centro storico.
Gioiello di architettura militare, con i suoi quattro puntoni a cuore, è la Fortezza Medicea realizzata su progetto di Giuliano da Sangallo agli inizi del Cinquecento, che inglobò una rocca realizzata nel Trecento dai Malatesta. La fortificazione fu modificata e potenziata sempre nel corso del XVI secolo.
Delle antiche entrate cittadine si è salvata solo Porta Fiorentina, mentre le torri che connotavano il borgo medievale sono quasi tutte scomparse e inglobate in altri edifici. La vittima più illustre è la Torre di Berta del XII secolo, che grazie a un intervento urbanistico del 1868 rimase isolata al centro della principale piazza biturgense. Venne fatta saltare in aria dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, nella notte tra il 30 e il 31 luglio 1944. In memoria del simbolo perduto di Sansepolcro, piazza Vittorio Emanuele II fu rinominata piazza Torre di Berta.

La cattedrale e le altre chiese. Un affascinante percorso di arte e fede

Il patrimonio religioso borghese è di grande valore. La cattedrale di San Giovanni evangelista, in stile romanico-gotico, nacque nell’XI secolo come chiesa abbaziale e divenne cattedrale nel 1520. L’interno a tre navate custodisce opere di Niccolò di Segna, Andrea della Robbia, Bartolomeo della Gatta, Perugino e Raffaellino del Colle. Oggetto di profonda devozione è il cosiddetto “Volto Santo”, una scultura lignea policroma che rappresenta un Cristo crocifisso risalente all’VIII/IX secolo, con policromia del XII secolo.
Il centro storico è ricco di altre preziose chiese, che con i loro robusti e caratteristici campanili caratterizzano lo skyline della città. Di origine duecentesca sono la chiesa di Sant’Agostino, già pieve di Santa Maria, e la chiesa di Santa Maria dei Servi. Al Trecento appartengono la chiesa di San Francesco e la chiesa dei SS. Antonio Abate ed Eligio, cinquecentesche sono la chiesa di San Rocco, la chiesa di Santa Maria delle Grazie e la chiesa di San Lorenzo, al Seicento viene riferita la chiesa di Santa Marta. Nella ex chiesa di Santa Chiara, risalente al XIII secolo, è stato ricavato un suggestivo auditorium.

Il Museo Civico, scrigno pierfrancescano di inestimabile valore

La collezione d’arte comunale iniziò già nel Settecento e venne incrementata con le soppressioni ottocentesche degli enti religiosi. Il Museo Civico attuale fu inaugurato nel 1975 nell’antico Palazzo della Residenza. Esso conserva opere pittoriche di importanti artisti, tra quali ricordiamo Matteo di Giovanni, Raffaellino del Colle, Pontormo, Santi di Tito e Andrea Pozzo, sculture che vanno dal XIII al XV secolo, oreficerie e paramenti sacri, incisioni, stampe e una sezione dedicata ai ritrovamenti archeologici.
Il museo è universalmente noto per le opere di Piero della Francesca custodite, come il “Polittico della Misericordia” del 1445-1462, il “San Giuliano” del 1454-1458, il “San Ludovico da Tolosa” del 1460 e la straordinaria “Resurrezione” del 1450-1463, pittura murale che lo scrittore Aldous Huxley definì nel 1925 “il più bel dipinto del mondo”.
La rete museale biturgense comprende anche il Museo “Bernardini Fatti” della Vetrata nella ex chiesa di San Giovanni Battista e l’Aboca Museum, con sede a Palazzo Bourbon del Monte. Quest’ultimo fu istituito nel 2002 da Aboca, azienda leader nella coltivazione e trasformazione delle piante medicinali.

I dintorni della città. Itinerari diversificati tra natura e storia

Il circondario di Sansepolcro consente di visitare frazioni che mantengono ancora il loro aspetto rurale, come Gragnano, Pocaia, Cignano e Misciano. Ai piedi dell’Appennino tosco-marchigiano, sotto l’Alpe della Luna, si trova invece Montagna con i tipici tetti in lastre di pietra. In località Paradiso è ubicato il monastero di San Bernardo Tolomei con l’attigua chiesa di San Michele Arcangelo, complesso sorto nel 1605 come convento dei cappuccini.
Nell’edicola esterna a Villa Collacchioni di Gricignano, nel 2021, è stata ricollocata dopo il restauro una tipica “Croce di Baldassarre Audiberti”. Il misterioso piantatore di croci francese, morto in odor di santità a Ottavo d’Arezzo nel 1852, promosse nel territorio biturgense anche la realizzazione del santuario della Madonna dell’Aiola vicino ad Aboca.
A Montecasale si trova l’eremo camaldolese del XII secolo che nel 1213 venne donato a San Francesco e che ancora oggi è uno dei luoghi francescani simbolo della Valtiberina e dell’interno territorio aretino. I frati vi rimasero fino al 1268, quando furono sostituiti da una comunità di eremiti agostiniani. Nel 1537 vi si insediano i frati minori cappuccini, ancora oggi custodi di un posto di grande suggestione, che conserva il primitivo impianto e alcune reliquie legate al poverello d’Assisi.

Sansepolcro, le tradizioni e lo sguardo sui linguaggi artistici contemporanei

Ogni anno la città di Piero della Francesca, nella settimana che precede la domenica delle Palme, ospita le “Fiere di Mezzaquaresima” che ricordano i mercati che si svolgevano a Sansepolcro fin dall’XI secolo.
Il mese di settembre è appannaggio delle “Feste del Palio”, manifestazioni culturali e folkloristiche ispirate all’epoca rinascimentale che si concludono con il “Palio della Balestra”, rievocazione storica in costume che vede contrapposti i balestrieri biturgensi e quelli di Gubbio.
Dal 1996 il periodo natalizio è caratterizzato dalla “Collettiva d’arte varia” promossa dalla Compagnia Artisti di Sansepolcro. Tra i tanti autori borghesi apprezzati oltre i confini locali, merita una menzione speciale Franco Alessandrini, pittore e scultore che dagli anni Sessanta trova un ottimo riscontro di critica negli Stati Uniti.
Dal 2003 le estati sono scandite dal “Kilowatt Festival”, progetto internazionale organizzato da CapoTrave/Kilowatt dedicato alla scena contemporanea di teatro, danza, circo, musica, arti visive e multimediali. L’associazione gestisce anche il Teatro alla Misericordia, centro di residenze artistiche.
Dal 2013 la CasermArcheologica all’interno di Palazzo Muglioni, spazio permanente gestito dall’omonima associazione, è un punto di riferimento per l’arte contemporanea grazie a mostre e altre iniziative di grande respiro.
Da ricordare infine la “Biennale Internazionale del Merletto”, evento che porta da quasi quarant’anni il nome di Sansepolcro in tutto il mondo.