Da Cortona a Genova passando per Empoli, Napoli e Dnipro: la storia di Luigi Nocentini, collaboratore tecnico con il sogno di diventare primo allenatore

Umile, preparato e sempre pronto a mettersi in gioco. Luigi Nocentini, sa bene dove vuole arrivare e passo dopo passo sta cercando di avvicinarsi all’obiettivo. Senza fretta, senza essere presuntuoso, ma anzi rimanendo il ragazzo di sempre pur avendo già fatto, a soli 33 anni, esperienze importanti.

È stato il babbo a trasmettergli la grande passione per il calcio: fin da bambino pratica questo sport giocando in varie squadre locali, Cortona, Montecchio, Terontola, Spoiano, Camucia, Poliziana, fino a quando capisce che il calcio da essere solamente una passione sarebbe potuto diventare un lavoro vero e proprio…

“Nel 2015 ho preso il primo patentino da allenatore, poi ho fatto un corso a Milano per diventare match analyst. Ho iniziato così a seguire l’Empoli in serie B quando era allenatore Sarri nella stagione 2014/2015, volevo iniziare a capire come funziona il lavoro dello staff tecnico, avevo intenzione di intraprendere quella strada ma ero solamente un collaboratore esterno. Poi nel 2016 sono stato chiamato per andare al Napoli, in serie A, sempre con Sarri ed è così che è iniziato il percorso professionale vero e proprio. Sono rimasto nella città partenopea come collaboratore tecnico, per due anni ed è stata un’esperienza stupenda. Abbiamo fatto la Champions League, abbiamo giocato con il Real Madrid, con il Manchester City… Indimenticabile!”.

Il lavoro di Luigi è Assistant Coach, ovvero collaboratore tecnico: assiste e coadiuva l’allenatore durante la settimana, sia nelle attività in campo che extra campo, ovvero sia nella parte tattica che in quella delle esercitazioni, come nello studio degli avversari e delle partite.

Da Napoli all’Ucraina: Luigi nel 2019 vola oltre i confini nazionali ed approda al Dnipro con il ruolo di vice allenatore al fianco di Mykhalyenko per un anno, poi arriva alla Nazionale:

“Ho ricevuto la proposta di entrare nello staff della Nazionale ucraina, un’occasione imperdibile insieme a Shevchenko. Abbiamo disputato anche gli Europei”.

Nella stagione 2021/2022 Luigi è rientrato in Italia e l’ultima esperienza fatta, sempre da braccio destro di Shevchenko è quella in serie A con il Genoa. Un’esperienza quest’ultima, che non è andata a buon fine, quindi attualmente è in attesa del prossimo ingaggio.

“Immagino che il tuo sia un lavoro non semplice: come vivi dal punto di vista psicologico ed emotivo gli alti e bassi, nonché l’instabilità che questo lavoro porta con se?”

“Hai colto nel segno. Dal punto di vista psicologico non è un lavoro facile: si passa molto velocemente dalle stelle alle stalle e viceversa. Credo sia fondamentale cercare di rimanere umili e con i piedi per terra, non partire di testa quando le cose vanno bene e allo stesso tempo non demoralizzarsi troppo quando le cose vanno male. Ho deciso di mantenere un profilo basso perché penso che sia la scelta migliore dal punto di vista psicologico. Combatto tutti i giorni, continuo a lottare quotidianamente per rimanere in questo mondo molto difficile, sapendo che ci sono momenti bellissimi e altri difficilissimi… ma non mi arrendo”.

Tra un’esperienza e l’altra, Luigi ha scritto un libro, “Rimessa laterale e calcio d’inizio. Studio statistico e analisi tattica con proposte pratiche”:

“In realtà l’ho scritto perché, a dire la verità, c’era un accordo con un’azienda. Il mio obiettivo era quello di cercare di trasmettere alcune idee che avevo sviluppato negli anni in cui avevo lavorato, ed ammetto che è stato interessante mettere nero su bianco le mie idee anche se mi rendo conto di non essere un grande scrittore. Forse è meglio se continuo a fare il mio lavoro anziché scrivere” (ride, ndr)

“Qual è l’esperienza che ricordi con più nostalgia?”

 “Sicuramente, anche per il momento attuale, è quella in Ucraina… sono partito da solo, senza conoscere nessuno, sono arrivato a Dnipro ed è stata un’esperienza che dal punto di vista sia lavorativo che umano mi ha dato tanto. Sono stato felice di averla fatta e ritengo che mi abbia fatto crescere tanto. È stata formativa ed importante anche l’esperienza a Napoli”.

Luigi mi racconta poi dell’immensa tristezza che lo assale ogni volta che vede video e foto dell’attuale situazione in Ucraina:

“Sono stato in quei posti martoriati, Mariupol, Karkhiv, e sono rimasto positivamente sorpreso dal grande popolo ucraino, dall’attaccamento che dimostrano al paese, dalla forza che hanno per combattere per tutelare i propri diritti. Vedere questa guerra mi disgusta perché credo che nel 2022 non si possano vedere scene del genere, non si possono uccidere le persone lanciando bombe, è di una tristezza infinita. Mi sento spesso con ragazzi ucraini che ho conosciuto durante la mia permanenza là, ho cercato di aiutarli per quanto possibile perché mi sento molto legato a loro e alla loro terra. Non ti nego che un giorno mi piacerebbe poter tornare a lavorare in Ucraina”.

“Toglimi una curiosità: come è lavorare con Shevchenko?”

“Mister Shevchenko è una persona che mi ha sorpreso molto, soprattutto dal punto di vista umano. Come calciatore lo conosciamo tutti, però quello che mi ha stupito di lui è l’aspetto umano: è una persona che ha dei valori importanti. Lavorare con lui è stata un’esperienza gratificante sia in senso personale che professionale”.

“Il tuo lavoro ti porta sempre lontano da casa, da Cortona e dalla Valdichiana, ma vorresti tornare qui?”

“Nel mio futuro, come base della mia vita, vedo proprio la Valdichiana. Viaggio tanto per lavoro ma rimango attaccato alla mia terra e al mio paese che è il posto in cui sono nato… e non per altro, ma credo che questo sia uno dei posti più belli in cui si possa stare! Quindi rispondo senza esitare che il mio futuro lo vedo proprio in Valdichiana”.

Un futuro che è incerto e imprevedibile, ma Luigi è ben determinato e continua ad inseguire il suo desiderio più grande:

“Diventare allenatore: questo è il mio sogno nel cassetto. Il percorso è complicato ma ci voglio almeno provare, rimanendo sempre con i piedi per terra. Se le cose non andranno, poco male, mi rimboccherò le maniche e tornerò a fare quello che ho sempre fatto”.