Il 2022 è stato dichiarato dall’Onu “Anno internazionale del vetro”. A partire dalla cerimonia inaugurale, tenutasi a Ginevra lo scorso febbraio, sono state programmate centinaia di eventi in tutto il mondo per dimostrare il ruolo del vetro nell’avanzamento della civiltà e incentivare la ricerca per future applicazioni. Un’occasione unica per promuovere la lavorazione di questo materiale in tutte le sue forme, dalle più antiche alle più moderne, che ha visto anche nel nostro territorio importanti iniziative grazie alla presenza di affermate realtà del settore. Tra queste vi è anche e soprattutto DiVetro, associazione culturale con sede a Sansepolcro le cui attività hanno contribuito a diffondere l’arte del vetro tra passato e presente. Anima dell’associazione, l’artista Antonella Farsetti che dal 2016 gestisce e cura il suggestivo Museo “Bernardini-Fatti” della Vetrata Antica e Contemporanea.

Questo piccolo gioiello situato all’interno della ex chiesa di San Giovanni Battista, una delle più antiche di Sansepolcro, è stato creato molti decenni addietro grazie al gesto d’amore di parte del cavalier Luigi Fatti nei confronti della propria città: la commissione della copia in vetro del Cenacolo di Leonardo, nelle stesse dimensioni dell’originale, realizzata dal laboratorio Caselli Moretti di Perugia tra il 1937 e il 1942. Oltre a questa spettacolare vetrata, all’interno del museo è oggi possibile visionare anche altre importanti opere come il trittico della Crocifissione, realizzato intorno alle metà dell’800 dalla bottega di William Morris, assieme a varie creazioni di artisti contemporanei affermati.

Un patrimonio artistico davvero rilevante per un luogo che fino al XIX secolo ospitò uno dei più grandi capolavori dell’arte mondiale, ossia il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca, attualmente custodito alla National Gallery di Londra. Oggi, grazie alle attività di Antonella e dei suoi collaboratori, il passato e le tradizioni legate all’arte della vetro si legano al futuro in modo indissolubile.

Come giudica questo percorso quasi decennale?

Siamo certamente soddisfatti di quello che siamo riusciti a creare in questi anni di lavoro. Abbiamo avviato collaborazioni con enti, associazioni locali ed internazionali, e certamente questa cosa permetterà la nascita di nuovi. Lo spazio ha svolto numerose attività anche con studenti e ragazzi, ottenendo risalto a livello nazionale. Paradossalmente, la risposta di visitatori e addetti ai lavori provenienti da fuori è stata di gran lunga maggiore rispetto a quella avuta fino ad oggi dalla comunità locale. Per questo i nostri prossimi progetti in cantiere sono incentrati sul “muovere la città”: nella patria di Piero della Francesca la nostra arte e il nostro linguaggio giocano inevitabilmente un ruolo non di primo piano, ma la storia di questo luogo, e le dinamiche che attraverso alcune importanti donazioni lo hanno portato a nuova vita, si adattano perfettamente allo storytelling e alla continua ricerca di “esperienze” che caratterizzano il turismo in questa fase storica.

Che tipo di esperienza offrite ai vostri visitatori?

Oggi la nostra associazione offre visite guidate dove si racconta la storia di queste donazioni, si illustra l’arte della lavorazione del vetro e soprattutto si offre la possibilità di entrare a contatto diretto con la nostra realtà attraverso dimostrazioni e prove pratiche. Quello che viene presentato non rimane un concetto, dunque, ma anzi prende la forma di un’esperienza diretta con il nostro mondo. Altra carta molto importante per noi sono i laboratori rivolti alle scuole e ai ragazzi di tutte le età. Abbiamo già sviluppato progetti con alcuni istituti del territorio, ma anche da fuori. In primavera daremo inizio a tutte le diverse attività. Una cosa che intendiamo riproporre, e che avevamo interrotto con la pandemia, sono i sabati in famiglia con bambini e ragazzi dai 5 ai 12 anni accompagnati dai genitori.

Quali sono i vostri prossimi progetti in cantiere?

In questa nuova era dello Spazio Bernardini-Fatti sono state organizzate quattro edizioni di una Biennale d’arte del Vetro Antico e Contemporaneo, che vedevano la partecipazione di artisti affermati del settore, le cui opere venivano ospitate sia all’interno del museo che nei principali luoghi di interesse della città. In questi anni non sono mancate le occasioni per vedere all’opera i massimi esponenti nazionali e non solo della lavorazione del vetro. Nell’ottica di rilanciare le attività dell’associazione dopo lo stop dettato dal Covid, l’idea è quella di rivedere il concetto di Biennale, caratterizzata da un format abbastanza classico, cercando di ‘spalmare’ l’evento con iniziative periodiche che non si limitino ad un periodo circoscritto, ma che tengano alto l’interesse per tutto l’anno. Il progetto è ancora in fase di definizione, ma siamo fiduciosi, anche in virtù dei numeri che stiamo collezionando. Abbiamo riaperto questi spazi dopo una lunga chiusura, restituendogli nuova vita. I turisti, la cui presenza è cresciuta anno dopo anno, apprezzano molto questa attrazione definendola davvero come un gioiello ‘nascosto’ della città. È arrivato il momento di uscire allo scoperto!