Uno sport di cui si parla (purtroppo) poco, quello delle bocce. Per praticarlo serve equilibrio, ottima coordinazione e buona fluidità nei movimenti
“Ma soprattutto servono capacità di concentrazione e resistenza, perché nell’arco di una partita e di una gara è molto di più il tempo in cui si aspetta di quello in cui si fa qualcosa!”

Lo racconta ridendo, Giulia Pierozzi, che pratica questo sport da venti anni. Ha infatti iniziato a praticarlo alla Bocciofila Aretina nel settembre 1997, quando aveva soli 9 anni.

“Babbo frequentava il bocciodromo e aveva da poco iniziato a giocare quando hanno fatto la prima scuola per bambini. Ogni sera tornava a casa raccontando di due bambini della mia età che imparavano a giocare e così, un po’ incuriosita da questa attività, un po’ infastidita perché parlava più di loro che di me – (ride, ndr) – ho deciso di iniziare non appena possibile… e non ho più smesso!”

Da allora ha fatto tutte le giovanili con la maglia dell’Aretina poi, dalla stagione 2006/2007 si è trasferita alla Cortona Bocce, quella che per lei è diventata una vera e propria seconda famiglia. Nella società ricopre attualmente anche il ruolo di direttore tecnico ed anche istruttrice per bambini avendo le qualifiche federali necessarie.

Perché ti piace questo sport così poco convenzionale?

Le bocce ormai fanno parte di me. Ho passato periodi in cui ho giocato poco e frequentato meno l’ambiente ma la passione non svanisce neanche quando cala l’entusiasmo. Nel corso degli anni girando per l’Italia ho avuto modo di conoscere tantissime persone e tante realtà differenti, ho stretto dei forti legami di amicizia e avuto esperienze diversissime e ogni volta ho cercato di portarmi a casa qualcosa di positivo, sia come atleta che in altre “vesti””.

 

Nel corso dei tanti anni di pratica di questo sport, Giulia si è ritrovata a competere con avversari di età, esperienza e caratteristiche diverse, su corsie e ambienti sempre diversi:
“Ogni volta la prima sfida è proprio capire tutto questo, capire il contesto e gli altri avversari, oltre che riuscire a dare il meglio di se stessi tecnicamente. È uno sport di tattica che quasi sempre definisce la differenza tra il campione e il buon giocatore”.

Giulia gioca allo sport delle bocce a livello agonistico praticamente da sempre. Nel corso del tempo ha cambiato il livello delle competizioni, iniziando prima nell’ambito dell’attività giovanile poi in quella senior, in particolar modo attività riservata femminile, disputando gare a carattere prima regionale e poi nazionale. Ha partecipato a vari campionati italiani, vincendo il titolo nel 2002 a Verona nella categoria Under14.

“Sono stata convocata ad alcuni tornei per rappresentative regionali sia giovanili che femminili e ho fatto parte della squadra della Cortona Bocce, partecipando al Campionato Femminile a Squadre negli anni scorsi, purtroppo non con la resa che avrei voluto”.

Questa stagione invece Giulia ha deciso di intraprendere un’avventura diversa e inaspettata…
“In questa stagione sto affrontando un’esperienza decisamente nuova. Sto prendendo parte al campionato a squadre di Serie A Femminile giocando in prestito nella società Osteria Grande di Bologna, squadra Campione d’Italia e d’Europa 2022. È una bella sfida perché è un campionato di massimo livello ma le mie compagne sono ottime giocatrici e le stimo molto. Siamo un bel gruppo che funziona dentro e fuori dal campo, e questa opportunità mi ha dato nuovi stimoli che pensavo di non poter più avere”.

Giocatrice ma anche arbitro, inizialmente per necessità, poi per passione vera e propria:
“Mi sono avvicinata al mondo arbitrale come molti bocciofili, per necessità. Nel nostro sport, per quanto possa sembrare strano ai non addetti ai lavori, servono molti arbitri ma tutti preferiamo giocare quindi spesso siamo “costretti a sdoppiarci. Per qualche anno ho affrontato l’arbitraggio come un’attività molto marginale, ma nel periodo del Covid ho approfittato dei corsi della Federazione per approfondire e migliorare anche quell’aspetto. Quando l’attività sportiva è ricominciata dopo il lockdown, si potevano disputare solo i campionati a squadre di alto livello, mi è stato chiesto di cimentarmi come arbitro in quelle competizioni e mi sono messa in gioco”.

Un’attività, quella dell’arbitraggio che a Giulia è piaciuta così tanto, che nel settembre 2022 si è cimentata in una esperienza indimenticabile:
“Lo scorso settembre ho avuto l’opportunità di far parte del gruppo arbitrale del primo Mondiale Giovanile che si è disputato a Roma ed è stata un’esperienza incredibile. Faticosa, impegnativa, di grande responsabilità, ma indubbiamente uno dei più bei regali che ho ricevuto da questo sport. Essere parte attiva e fondamentale di un evento di quel calibro è stata una enorme soddisfazione, un privilegio poter essere accanto ad arbitri di grande spessore che mi hanno fanno sentire a mio agio e mi hanno trasferito il loro bagaglio di esperienza. Umanamente è stata un’esperienza di crescita notevole poter toccare con mano realtà sportive lontanissime da quelle a cui siamo abituati in Italia, imparare a comunicare con chi non parla la stessa lingua e vedere da vicino l’effetto che fa indossare la maglia iridata mentre risuona l’inno del tuo paese”.

Si tratta obiettivamente  di uno sport di cui si parla molto poco, quindi la curiosità è tanta. Siete molte donne a praticare questo sport oppure è un’attività per lo più maschile?

“I numeri sono più elevati nel maschile anche se le donne tesserate sono molte di più di quanto possa sembrare. Il nostro sport si presta ad essere praticato indifferentemente da donne e uomini, cambia il tipo di gioco che viene messo in campo anche in relazione alla propensione maschile per un gioco di attacco e più “di forza” rispetto alla maggiore sensibilità che hanno le donne”.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

“Sicuramente per questa stagione è continuare a giocare come sto facendo perché qualche risultato è arrivato. Non nascondo che spero di riuscire a fare bene ai prossimi Campionati Italiani ma è ancora presto per pensarci. Inoltre spero di poter dare un buon contributo alla squadra che mi ha dato fiducia, qualunque sia il risultato che arriverà!”.