Nel 1978 Valentino Mercati, fondatore di Aboca, abbandonò la redditizia concessionaria di auto per investire nelle piante medicinali come alternativa ai processi di sintesi. Oggi la healthcare company che realizza prodotti per la salute 100% naturali e biodegradabili, nel rispetto dell’organismo e dell’ambiente, conta più di 1.600 dipendenti, vanta un fatturato di 228 milioni di euro, è presente in 20 paesi oltre all’Italia ed è titolare di 21 brevetti nazionali e internazionali. Il prossimo progetto di Mercati è una rivoluzione “naturale” che parte da Arezzo

“In tutta la nostra filiera sono escluse sostanze artificiali e OGM. Inseguiamo l’equilibrio tra uomo e natura”

Cambiare il mondo”, “Salvare il pianeta”, “Rispettare la natura”. Frasi fatte, spesso. Ripetute, urlate, spiegate, sbandierate. Logore nel loro abuso che quasi ci si scorda il loro nobile e profondo significato. Dallo slancio ideale alla sterile retorica. Ascoltate, o peggio pronunciate, con vaga preoccupazione o lieve speranza. Senza pensare. Senza la consapevolezza che la responsabilità è solo nostra.
“Cambiare il mondo è possibile. Da adesso, iniziando da Arezzo”. Ha lo sguardo sicuro Valentino Mercati mentre racconta il prossimo progetto che intreccia scienza, filosofia e impresa: creare un modello di comunità sostenibile e responsabile, in equilibrio con l’ambiente e il territorio e dimostrare così che il “naturale” non solo è una via percorribile ma pure conveniente. In termini di sopravvivenza della specie, in termini di denaro. Guarda lontano il fondatore di Aboca, con un cauto sorriso che non nasconde nonostante la spietata lettura del tempo presente.
Laurea Honoris Causa in biotecnologie vegetali e microbiche dell’Università di Pisa, Cavaliere del Lavoro, accademico del Nobile collegio chimico farmaceutico di Roma, vincitore del premio scientifico letterario Casentino per la medicina. Intraprendente e visionario ambasciatore della responsabilità sociale d’impresa e paladino della condivisione. Eppure c’era chi sosteneva che i soldi diligentemente accumulati vendendo auto li stesse gettando alle ortiche. Letteralmente. Perché nel 1978 Valentino Mercati abbandonò la redditizia concessionaria di proprietà per acquistare una tenuta nelle colline toscane, vicino a Sansepolcro, e coltivare piante officinali. Fra cui, appunto, le ortiche. In quell’anno nacque Aboca con l’obiettivo, ambizioso, di ricercare nella complessità della natura le soluzioni per la cura dell’uomo.
“Ho sempre sostenuto l’idea, poi diventata convinzione, che l’uomo non potesse fare a meno delle sostanze vegetali per il proprio benessere e per la cura delle malattie. In natura c’è tutto ciò che occorre. Si tratta solo di riconoscerlo, capirlo, combinarlo e utilizzarlo nel modo giusto”. Fu chiaro fin da subito che Aboca non era una semplice impresa ma un progetto di vita, una precisa visione del mondo e della salute.
“Quando ho iniziato ero solo. Intrapresi questa strada e molti non la capivano, vedevano follia più che lungimiranza, leggevano fantasia e non impresa. Onestamente, all’inizio, l’ho fatto per placare la mia coscienza. Ogni volta che vendevo un’auto mi sentivo colpevole. Liberavo nel mondo un mezzo che bruciava piombo tetraetile, un composto altamente tossico usato come additivo nella benzina per aumentarne la resistenza all’auto-accensione. Mi sentivo complice di un crimine contro l’ambiente. Ero un imprenditore di successo. Avevo soldi per tentare e anche per sbagliare. E volevo impiegarli per qualcosa che fosse in linea con la mia filosofia. Erano gli anni della prima rivoluzione culturale, dell’ascesa dei Verdi in Germania e in Italia. Decisi di investire nelle biotecnologie e scelsi le piante medicinali in alternativa ai processi di sintesi”.
Valentino Mercati iniziò così a studiare le antiche tradizioni nascoste nei libri del passato, un enorme patrimonio di sapienza dalla storia millenaria. Si lasciò ammaliare. Capì poi che le potenzialità offerte dalle nuove scoperte scientifiche e tecnologiche potevano aprire nuovi e inimmaginabili scenari. E voleva mettere ogni sua conquista a disposizione di tutti.
Oggi Aboca, la healthcare company che realizza prodotti 100% naturali e biodegradabili per la salute, nel rispetto dell’organismo e dell’ambiente, conta più di 1.600 dipendenti, vanta un fatturato di 228 milioni di euro, è presente in 20 paesi oltre all’Italia ed è titolare di 21 brevetti nazionali e internazionali. Negli oltre 1700 ettari di terreno tra Umbria e Toscana trovano spazio 67 specie di piante medicinali selezionate in base alla capacità di adattamento all’ambiente di coltivazione. Metodo rigorosamente biologico con l’esclusione di fertilizzanti e fitofarmaci di sintesi chimica e il divieto di impiego di Ogm. “Le nostre formulazioni – spiega Mercati – non contengono conservanti né eccipienti di sintesi. In tutta la filiera produttiva, dall’agricoltura biologica agli stabilimenti farmaceutici, sono escluse sostanze artificiali e Ogm. Inseguiamo un equilibrio fra uomo e natura che possa essere vantaggioso per entrambi”.

“Non siamo al di sopra della natura, ne siamo parte dobbiamo imparare a convivere e condividere”

Aboca, in particolare, è leader nello sviluppo di dispositivi medici condizioni croniche, sindromi e disturbi funzionali relativi alle prime vie respiratorie, al tratto gastrointestinale e al sistema metabolico. Produce inoltre integratori alimentari naturali per aumentare le difese immunitarie e migliorare la depurazione, la pressione arteriosa, il sonno, l’umore e la stanchezza.
“Dal 1978 a oggi abbiamo lavorato per costruire un sistema integrato e verticalizzato unico al mondo, in grado di seguire tutte le fasi del processo di ricerca. Questo sistema è riconducibile a un’unica piattaforma, denominata Evidence-based natural, che prevede l’applicazione dei criteri della Evidence based medicine alle sostanze naturali complesse”.
Una piattaforma che ha consentito all’azienda di rivoluzionare la visione scientifica delle sostanze naturali, rinnovando tutte le conoscenze acquisite e riuscendo a portare lo studio delle piante in ambito scientifico.
“Il naturale non è illusione, non è solo bello perché rispettoso. Il naturale funziona meglio. E’ dimostrabile scientificamente. Aboca cresce e si arricchisce perché possiamo provare che assorbendo una sostanza chimica o naturale il nostro organismo reagisce in maniera differente. Per i medicinali così come per il cibo. Le tossine che si trovano in una molecola di sintesi, nella carne allevata in cattività, nelle coltivazioni intensive, nelle acque inquinate da fertilizzanti artificiali passano nel nostro organismo. E lo avvelenano. Stiamo inesorabilmente navigando verso l’estinzione e la responsabilità è della tecnica e della scienza usate in maniera irresponsabile, della chimica, degli Ogm. Non siamo al di sopra della natura, ne siamo parte. Non possiamo dominarla, dobbiamo imparare a convivere e a condividere. Perché la vita andrà comunque avanti e noi saremo tagliati fuori”.
L’integrazione tra i diversi reparti di ricerca – storica, botanica, agricola, farmaceutica, metabolomica, biologia dei sistemi, preclinica, clinica e vigilanza, big data management – ha generato un prezioso know-how che rende Aboca apripista e leader nell’impiego di sistemi di sostanze naturali nel settore terapeutico. Nei moderni e attrezzati laboratori di ricerca, su cui l’azienda investe soldi e risorse importanti, Aboca studia e descrive la complessità delle sostanze naturali e ne decifra l’azione fisiologica sull’organismo umano.
“Quello che mi sorprende e che trovo incomprensibile è che pochi o nessuno stiano seguendo i nostri passi. Eppure i numeri parlano chiaro. Le sempre più frequenti collaborazioni con i più grandi e prestigiosi gruppi farmaceutici che chiedono il nostro aiuto per sviluppare nuove terapie, dovrebbero servire da stimolo. Non è un vanto essere soli”.
Fondamentale diventa poi la formazione continua di medici e farmacisti che condividono la filosofia alla base di ogni passo. Anche la distribuzione ricopre un ruolo decisivo con un network selezionato di 40mila farmacie, parafarmacie ed erboristerie. Nel 2000 fu fondato il marchio Apoteca Natura che, nel 2016, acquisì l’80% delle farmacie comunali Afam di Firenze per sperimentare un nuovo modo di fare farmacia.

Con la moglie Rosetta Del Bene e i figli Valentina e Massimo

L’impegno di Aboca nel produrre un beneficio per la comunità e l’ambiente, “operando in maniera responsabile, sostenibile e trasparente”, è stato sancito formalmente nello statuto di Società Benefit e misurato secondo standard internazionali con la certificazione B Corp. “Un’impresa può avere il giusto successo solo se è capace di coniugare crescita economica, giustizia sociale e rispetto della natura”.

“Sto pianificando una piccola rivoluzione che porterà Arezzo sotto i riflettori del mondo”

Ogni anno viene elaborata una relazione di impatto, attraverso la quale si analizza il raggiungimento degli obiettivi prefissati e vengono definiti i progetti futuri. Sempre guardando al bene comune, separato ma collegato a quello che è il bene individuale, l’azienda di Mercati promuove numerosi eventi di divulgazione scientifica e culturale e iniziative di formazione per giovani e professionisti. Il complesso e organizzato quadro comprende anche le attività dell’Aboca Museum e le pubblicazioni della casa editrice Aboca Edizioni.
“Non dobbiamo aspettare che qualcosa si muova dall’alto. Il cambiamento è in mano nostra. E da subito. Faccio un esempio pratico: se da domani mille aretini pretendessero dal loro macellaio o dal loro supermercato di riferimento carne allevata secondo gli standard biologici, senza l’uso di Ogm e con una filiera trasparente e garantita, il mercato dovrebbe adeguarsi. Velocemente. Se mille giovani della provincia condividessero buone pratiche sui social chiedendo ad altri giovani di fare altrettanto, lo scenario cambierebbe in poche ore. Non dobbiamo aspettare istruzioni o normative da chissà quale organismo o istituzione superiore. La politica non conta, non può farlo. Il cambiamento deve partire da ognuno di noi. Ed è un processo che può essere più rapido di quanto si possa pensare”.
Da qui il suo più recente piano per il futuro. Di Aboca, di Arezzo e, perché no, del pianeta.
“Si dice che nessuno sia profeta in patria. Io vorrei esserlo. Sto pianificando una piccola rivoluzione che porterà Arezzo sotto i riflettori del mondo. Sto spostando qua, nella nostra provincia, ogni coltivazione, ogni allevamento, ogni mia impresa. Ho stretto rapporti con l’associazione cuochi e con molti ristoranti del territorio. Il mio progetto è quello di creare ad Arezzo un modello che possa essere esportabile e replicabile altrove. Proporremo prodotti naturali per dimostrare che il naturale è più buono, sano, vantaggioso. L’aretino è intelligente e scaltro. Capirà la differenza, non vorrà tornare indietro e l’offerta dovrà soddisfare una domanda completamente rinnovata”.

Valentino Mercati ha ottenuto la laurea honoris causa in biotecnologie vegetali e microbiche all’università di Pisa

Il nome aboca

Il nome racconta la storia dell’azienda e la sua identità. Aboca è infatti il luogo situato nelle dolci toscane colline di Sansepolcro da dove tutto è iniziato e dove ancora oggi ha sede e la direzione centrale dell’azienda.
Nei terreni attorno ad Aboca già nel 1200 si coltivavano piante officinali. Secondo l’etimologia questo termine deriva da “Abiga”, antico nome dialettale del Camepizio, pianta medicinale dalle proprietà depurative.
Le radici del progetto affondano in questi terreni e da esse sbocciano germogli che guardano al futuro.

Cultura e divulgazione

Nel cuore di Sansepolcro sorge un palazzo rinascimentale dal fascino antico. E’ Palazzo Bourbon dal Monte dove ha sede l’Aboca museum. Un luogo di scienza intriso di magia. Eccellenza europea unica nel suo genere, il museo è designato al recupero e alla diffusione di conoscenza in merito al rapporto tra uomo e piante. Grazie anche ad un’intensa attività di laboratori e visite guidate, ogni anno registra migliaia di accessi con curiosi, appassionati e studiosi provenienti da tutta Italia e da oltre confine.
L’Aboca museum ospita inoltre il centro studi della Bibliotheca Antiqua, dove un team di storici e accademici esplora l’uso terapeutico delle piante attraverso i secoli nei circa 3.000 volumi datati dal XV al XX secolo. Il museo si occupa anche di organizzare spettacoli teatrali e musicali, festival, presentazioni di libri in varie città della Penisola per spingere le persone a riflettere sul delicato rapporto fra uomo e natura.
Salute, medicina, ecologia, scienza, storia sono gli argomenti delle pubblicazioni della casa editrice Aboca Edizioni. Oltre 100 titoli in catalogo, distribuiti in tutte le librerie italiane e nei principali store-online. Approfondimenti di qualità, narrativa e divulgazione scientifica.
L’azienda ha inoltre sviluppato Aboca Life, un “ecosistema digitale”. Si tratta di un piccolo mondo on line con percorsi di approfondimento, interazione con medici ed esperti sulle diverse esigenze di salute; e poi ancora cultura, libri e informazione e un blog dove dialogare con altri utenti e dare il proprio contributo per il miglioramento dei prodotti Aboca. In Aboca Life si inserisce anche il portale di approfondimento Aboca Live Magazine.