Solare, energica, il sorriso sempre sulle labbra: Cristina è una di quelle persone che si incontrano ogni volta con immenso piacere. Aretina di adozione, Valdorciana di origine, dietro ai suoi modi gentili e pacati si nasconde una malattia insidiosa ed invisibile, la fibromialgia.

“Sei cresciuta in Valdorcia, oggi vivi in città: quale delle due realtà consideri “casa”?”
“Ho sempre pensato al concetto di ‘casa’ come al posto dove puoi essere ciò che vuoi e sentirti amato incondizionatamente. Porto dentro di me questo pensiero ovunque io vada. Quando mi sono trasferita ad Arezzo senza conoscere nessuno mi sono sentita serenamente accolta, forse anche grazie a questa mia consapevolezza. Crescere in campagna per me è significato passare molto tempo da sola. Può essere una condizione  difficile quando sei adolescente, ma ti aiuta a sviluppare moltissime capacità, tra cui quella  di non annoiarti mai in compagnia di te stessa. Non ho modo di farmi mancare il mio luogo di nascita, perché ci torno ogni volta che ne sento il bisogno. Prima sopportavo la mancanza, adesso mi chiedo: perché dovrei? Dovremmo sempre trovare il tempo e il modo di andare incontro a ciò che amiamo”.

Cristina è arrivata ad Arezzo dopo aver girato la Toscana e l’Italia per diversi anni. Quando era modella fitting per vari brand e stilisti, Firenze è stata la sua casa per molto tempo, poiché determinati impegni richiedevano la sua presenza quotidiana nel capoluogo toscano.
Quando poi ha potuto scegliere un luogo dove stabilirsi definitivamente che le potesse offrire sbocchi lavorativi, facilità nel raggiungere altre città, buona qualità della vita e anche vicinanza alla sua famiglia, ha scelto di trasferirsi ad Arezzo.


Oggi è una modella molto richiesta da brand sia nazionali che internazionali, ma la sua carriera ha preso il via in modo del tutto casuale…
“Ho iniziato facendo la modella in occasione di eventi e sfilate locali. Sono sempre stata naturalmente magra, già alle scuole medie ero alta come sono adesso! Credevo fossero belle esperienze da vivere e che si sarebbero concluse lì, e invece dopo poco, firmai il mio primo contratto un’agenzia di modelle… e da lì è partito questo viaggio bellissimo che tutt’oggi continua”.
“Quali sono i lavori ai quali sei più legata?”
“Sicuramente quelli degli ultimi anni. All’inizio avevo tanta tensione, senso di inadeguatezza, volevo dimostrare a tutti i costi il mio valore e questo purtroppo tende a rovinare la bellezza del momento… adesso che sono più matura, vivo tutto con più leggerezza e consapevolezza, ma soprattutto con la soddisfazione di continuare a fare questo lavoro essendo me stessa, senza snaturarmi e rappresentando tutte quelle donne che non sono più ventenni ma che sono ancora giovani e piene di progetti”.
“Ma quale è il lato che ami di più del tuo lavoro?”
“L’assenza di routine. Ogni giornata, ogni shooting, è diverso e richiede differenti capacità da sviluppare e da mettere in campo. Ovviamente questo comporta anche una buona dose di incertezza e di imprevedibilità, non a caso dico sempre che il lavoro creativo e artistico è per i coraggiosi… ci vuole resilienza e una mentalità devota al cambiamento per andare avanti”.

“Come vivi questa professione che è così diversa dal comune?”
“Vivo questa esperienza ancora oggi, come quando ho iniziato, con immensa gratitudine e sano stupore. Sinceramente non mi sono mai sentita del tutto all’altezza e vivo ogni progetto come un bellissimo regalo. È vero che è necessario credere in sé stessi per arrivare dove vogliamo, ma forse un po’ di incertezza e di umiltà, permettono di impegnarsi sempre al massimo senza mai sentirsi arrivati. Ecco, io mi sento così: in un modo in cui tutti si sentono guru e tutti sono in competizione, io voglio solo concentrarmi sul mio percorso ed esserne fiera. Credo che sia proprio per questa mia filosofia se ancora oggi mi si presentano così tante opportunità interessanti”.

Dietro ai suoi modi gentili e cortesi, dietro al suo dolce e affascinante sorriso, Cristina nasconde una realtà con la quale convive ormai da molti anni. Si tratta di una condizione di cui ancora si parla troppo poco, di una malattia insidiosa, difficile da diagnosticare e che purtroppo non ha cura, ma che in Italia affligge più di un milione di persone.

“Come hai scoperto di soffrire di fibromialgia?”
“Il percorso verso la diagnosi di fibromialgia è stato lungo e faticoso. Nel mio caso i primi sintomi si sono manifestati verso i 12 anni, e sono stati scambiati per dolori della crescita, stress e altri disturbi. Ho dovuto fare una serie di analisi e visite per escludere altre malattie… oggi fortunatamente la medicina sta facendo grandi passi avanti per ottenere una diagnosi più diretta e meno complicata.
I sintomi più comuni che mi causa la malattia sono dolore diffuso in tutto il corpo (più intenso in alcuni punti chiamati “tender points”), stanchezza, nebbia mentale, rigidità muscolare. Non a caso la fibromialgia si chiama la malattia dai cento sintomi, per questo è necessario ascoltarsi, ascoltare il proprio corpo e rivolgersi ad uno specialista che ci aiuti ad unire i pezzi del puzzle.
È vero che ancora non esiste una cura ufficiale, ma esiste un percorso multidisciplinare che comprende terapia psicologica, alimentazione, ginnastica dolce e trattamento farmacologico che è necessario seguire per vivere nel modo più normale possibile. Personalmente, intraprendere il percorso multidisciplinare mi aiuta a staccarmi per qualche giorno la spina, mettere in pausa qualsiasi tipo di impegno e semplicemente riposare”.

“Come ti senti a vivere con una malattia così impegnativa, che influenza la quotidianità?”
“Non è sempre facile vivere la mia condizione fisica, alterno momenti positivi al profondo sconforto. A volte parlarne mi fa stare meglio, altre volte mi sento di peso per chi mi sta vicino.
Chiunque conviva con il dolore cronico (o con qualsiasi altra malattia) sa che non esiste una formula magica per affrontarlo, se non quella di continuare a cercare soluzioni e di avere pazienza… con te stesso perché non sei infallibile, con gli altri perché non sempre ti capiranno.
Ma una lezione universale e preziosa l’ho imparata: sono consapevole che la mia energia è limitata e quindi va impiegata bene, nel migliore dei modi. Ho imparato a fare una lista di priorità e a dedicarmi solo a chi e a cosa è veramente importante per me. Tutto il resto può attendere”.

Convivere con una malattia del genere è quindi estremamente difficile, soprattutto in determinati momenti in cui i dolori sono talmente acuti e la stanchezza talmente forte, da mettere Cristina a dura prova al solo pensiero che tali sensazioni non la abbandoneranno mai:
“Probabilmente in quei momenti mi aiuta il fatto amare la vita così tanto da volerla onorare sempre e in ogni circostanza, così come dovremmo onorare noi stessi nella nostra interezza, con i nostri pregi e le nostre imperfezioni, senza tralasciare niente. Per molti faccio un lavoro sciocco e superficiale, ma la verità è che la nostra immagine è la finestra attraverso la quale ci affacciamo sul mondo. Tanto più è autentica, tanto più vivremo bene con noi stessi”.

Chiudiamo la parentesi fibromialgia e torniamo a parlare del lavoro di Cristina, perché il 2022 è stato un anno ricco di soddisfazioni…

“Mi hanno contattata per spot commerciali di brand importanti, per fare la comparsa in film e serie televisive, ma anche per servizi fotografici, per esperienze in radio e da presentatrice. Inoltre, seguendo la mia passione per la scrittura, mi sto formando come copywriter e chissà cosa mi porterà questo nuovo anno che è alle porte… vivo a cuore aperto, con i piedi per terra, ma la testa bella alta fra le nuvole. Non abbiamo a disposizione l’eternità, il viaggio che stiamo vivendo non è una passeggiata, quindi… facciamo che sia piacevole!”.