Uno strumento ipertecnologico che migliora le prestazioni dei giocatori. Un’azienda alle porte di Arezzo che punta su ricerca e sviluppo. E un ingegnere come Luca Menci che, con l’aiuto della moglie Francesca, è riuscito a mescolare scienza, toscanità e passione per il green, conquistando il mercato globale senza spostare la base da Villa Guillichini, a Tregozzano

Luca Menci è un ingegnere meccanico, un uomo orgoglioso di essere nato ad Arezzo (anzi, in Toscana) e un appassionato di golf. Sommando e mescolando queste cose insieme, arriviamo a un prodotto ipertecnologico come Capto, ideato e concepito a due passi dalla città, nella splendida Villa Guillichini che si trova poco sopra Tregozzano, e che sta conquistando una fetta sempre più ampia del mercato internazionale.

Partiamo dalla fine. Capto si è rivelato da subito un toccasana per i golfisti più forti del mondo e per i loro coach: è uno strumento costituito da un sensore capace di trasmettere in tempo reale i dati relativi al movimento del bastone e da un software che calcola i più importanti parametri meccanici e biomeccanici del colpo del putt. In pratica, è un alleato di ferro per migliorare le prestazioni. La prima unità fu venduta a luglio del 2017 e a nemmeno due anni di distanza si sta diffondendo in tutti i paesi del mondo.

Il segreto del successo si chiama Luca Menci, per l’appunto. Dopo la laurea a Firenze in ingegneria meccanica ha lavorato da libero professionista e collaborato con aziende di livello top: Nikon, Zeiss, Leica. Ha partecipato al restauro della Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca, ha realizzato sistemi di calcolo e strumentazione per il rilevamento del territorio in 3D per Telespazio, tra i principali operatori nel campo dei servizi satellitari, e per l’Istituto geografico militare di Firenze. Da sempre si è occupato di fotogrammetria e analisi dello spazio.

“Questo lavoro ce l’ho nell’anima – ci ha raccontato – ma quando sono arrivato a 50 anni, ho pensato che dovevo fare qualcosa per il semplice gusto di farlo. Il tempo passa e bisogna adeguarsi, cambiano opinioni e giudizi. Avevo conoscenze nel settore, consapevolezza delle mie potenzialità e mi sono messo a studiare. Di nuovo”.

La Menci Software ha così allargato i propri orizzonti, un po’ per strategia e un po’ per la scintilla scoccata dentro una mente, quella di Luca, programmata di default secondo logica e razionalità.

“Il nostro competitor in quel momento era un prodotto tedesco sul mercato da 15 anni. Abbiamo realizzato i primi prototipi, messo a frutto i contatti che avevamo costruito nel tempo con i più prestigiosi coach di golf e il resto è venuto in automatico. A gennaio del 2018 Capto ha partecipato alla fiera di Orlando, negli Stati Uniti. E’ stato un passepartout quello, oltre che un grande onore”.

Anche chi ha dedicato la sua vita alla scienza, quindi, ha una breccia, un varco, da dove lasciare entrare un’energia speciale. E può cedere alla lusinga di unire svago e professione, tempo libero e lavoro, cuore e ragione.

“Il golf è stato da subito una sfida. Imparare tecnica e movimenti efficaci non è così semplice come sembra e per me la possibilità di migliorare sempre di più ha rappresentato uno stimolo incredibile. Non serve grande fisicità, è vero, ma devi essere capace di spedire una pallina a oltre duecento metri di distanza e di metterla in buca da pochi passi. E quindi, senza elasticità muscolare, senza concentrazione, non puoi farcela”.

Al tavolo, durante la nostra intervista, è seduta anche Francesca. Marchigiana di origine, romana di nascita, aretina di adozione: dopo l’inizio della storia con Luca, che poi è diventato suo marito e con il quale sta crescendo due figli, ha lasciato la capitale e si è trasferita a Tregozzano, diventando una risorsa preziosa nel lavoro e un punto d’appoggio indispensabile nella vita quotidiana.

E’ lei a mettere in luce la scelta, decisamente in controtendenza, di mantenere la base dell’attività ad Arezzo: “Il business legato al golf è all’estero, soprattutto negli Stati Uniti e nel mondo anglosassone. Però, per ora, non ci muoviamo da Arezzo, anche se sul piano operativo dobbiamo convivere con qualche difficoltà in più. Trovare professionalità di alto livello, con competenze specifiche in questo settore, non è semplice. Ma sulla bilancia c’è anche la qualità della vita, che è impagabile nel crescere una famiglia qua”.

Luca allora allarga il concetto: “In Italia gioca l’uno per mille dei golfisti del mondo, l’uno per cento di quelli europei: è uno sport in espansione, che sta perdendo i connotati elitari che aveva all’inizio. Anche da noi c’è un cambiamento in atto, tant’è che nel 2022 la RyderCup, la manifestazione più prestigiosa in assoluto, si svolgerà a Roma. Ecco, a me piace l’idea di preservare le radici, di fare ricerca e sviluppo in Toscana, di progettare innovazione tecnologica nella terra che è stata di Leonardo, Galileo e Michelangelo. Dentro Capto ci sono le mie conoscenze personali ma anche la cultura innata che deriva da questi luoghi, legati da sempre alla fisica meccanica. Arezzo fa parte di questo scenario meraviglioso, fertile, anche se tante aziende di respiro internazionale non ci sono più. Non è un caso, è un’involuzione che deve farci riflettere”.

Francesca s’illumina: “Quando lo sento parlare della bellezza dei suoi luoghi di vita, lo capisco. E capisco anche perché a lui, a me, a tanta gente, il golf è entrato nel cuore. Pochi sport ti offrono la possibilità di divertirti, stare in compagnia e vedere posti incantevoli, scenari da favola. Un campo da golf è quasi un’opera d’arte”.

Luca ama Arezzo, detesta il campanilismo, è affascinato dalla campagna toscana: “Ha un aspetto e un colore che non puoi cambiare con nulla al mondo”. In pochi mesi ha rinnovato un campo per la pratica del golf a San Leo (“sarei felice se anche i circoli della provincia, lo vedessero come una risorsa”) ed è una fucina inesauribile di idee: “Ci dicono tutti che chi vive in queste zone è fortunato e io aggiungo che questo è l’ambiente migliore per riflettere”.

Qui, nei dintorni di Arezzo, dove spuntano eccellenze a getto continuo. Dove l’ingegno e lo spirito d’impresa conquistano i mercati con piccoli, grandi capolavori come Capto. E tanta gente magari non lo sa.